Rischio di ingovernabilità: il rebus delle alleanze. I catalani voltano le spalle a Puigdemont
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I socialisti del Psoe vincono le elezioni legislative in Spagna, ma senza una maggioranza chiara. Il gruppo di Pedro Sánchez precede il Partito Popolare, Ciudadanos, Podemos e l'ultradestra Vox, quest'ultima per la prima volta in Parlamento. Alta l'affluenza (oltre il 75%). Non c'è una maggioranza chiara per formare il prossimo governo: i partiti indipendentisti potrebbero ancora una volta ricoprire un ruolo chiave nel rebus delle alleanze.
Il blocco di sinistra, infatti, per poter governare avrebbe la necessità del sostegno di una parte dei movimenti catalani.
I seggi in Parlamento - Dunque, vincono i socialisti a cui vanno 123 seggi, seguiti dai popolari con 66 seggi, dimezzati rispetto al 2016. I centristi di Ciudadanos sono terzi con 57 seggi, la sinistra radicale Podemos quarta con 35, mentre si conferma il ridimensionamento delle aspettative dell'ultradestra di Vox con 24 seggi rispetto ai dati degli opinion poll. Ai catalani di Erc vanno 15 seggi, a JxCat di Puigdemont 7 seggi, ai baschi del Pnv 6 seggi. Al momento nessuna delle due possibili coalizioni ha quindi la maggioranza assoluta di 176 seggi. E a fare la differenza potrebbero essere ancora una volta, come sottolineato in precedenza, gli indipendentisti catalani.
Proprio in Catalogna, tra l'altro, gli elettori sembrano aver voltato le spalle all'ex presidente Carles Puigdemont, attualmente in esilio in Belgio: al suo Junts pel Catalunya, i catalani hanno preferito la sinistra repubblicana di Erc, più dialogante con Madrid, guidata da Oriol Junqueras, in carcere con l'accusa di dichiarazione illegale di indipendenza dopo il referendum del 2017. In base ai primi dati, il partito di Junqueras otterrebbe 13-14 seggi nel nuovo parlamento spagnolo, rispetto ai 5 di Puidgemont.
Sánchez all'Europa: "Autoritarismo si può battere" - "Abbiamo mandato un messaggio all'Europa e al resto del mondo. Si può vincere l'autoritarismo e l'involuzione", dice il leader socialista Pedro Sánchez nel discorso della vittoria elettorale. Aggiungendo: "Formeremo un governo pro europeo". La folla ha scandisce "Sì, se puede", lo slogan che richiama quello che fu di Barack Obama candidato presidente Usa: "Yes, we can". "Il partito socialista ha vinto le elezioni generali in Spagna e con queste ha vinto il futuro. E ha perso il passato".
"Il Paese ha difeso la democrazia" - Il leader socialista sottolinea "la difesa che tutto il Paese ha fatto della democrazia" in queste elezioni. Sánchez quindi rimarca le tre sfide del Psoe: lottare contro la disuguaglianza, promuovere convivenza e concordia e porre fine alla corruzione.
Esultanza Vox: "Questo è solo l'inizio" - "Questo non è che l'inizio". Lo dice il segretario generale del partito di estrema destra spagnolo Vox, Javier Ortega Smith, in un discorso in piazza a Madrid. "Ognuno dei nostri deputati farà una vera opposizione, gli altri dovranno rispondere alle nostre proposte. Siamo inarrestabili", aggiunge.
Per il Pp il peggior risultato storico - Atmosfera mesta e silenzio nella sede del partito popolare alla luce di un risultato fra i peggiori della storia della formazione. Il partito dimezza, infatti, i propri seggi in Parlamento. Il leader 38enne Pablo Casado sperava di rianimare il partito fiaccato dal tempo e profondamente provato in termini di consensi dai recenti scandali. "Ci mettiamo a lavorare da subito. Sono una persona che non rifugge le responsabilità: il risultato è molto negativo. Al Pp piace vincere e sono diverse elezioni che peggioriamo il nostro risultato", spiega Casado.