Fotogallery - Rostov nelle mani della Wagner, poi il ritiro del gruppo
© Telegram
© Telegram
Il presidente americano ha chiesto ai leader occidentali di non intromettersi nella crisi di Mosca. E secondo i media d'oltreoceano, l'intelligence era a conoscenza delle mosse dei mercenari
La prima reazione di Joe Biden, dopo l'insurrezione del gruppo Wagner, è stata quella di chiamare gli alleati occidentali. Il presidente americano ha parlato con l'omologo francese Emmanuel Macron, il tedesco Olaf Scholz e il primo ministro britannico Rishi Sunak. "I leader hanno discusso della situazione in Russia e hanno anche affermato il loro incrollabile sostegno all'Ucraina", ha fatto sapere la Casa Bianca in una nota. L'indicazione generale data all'Occidente è stata quella di non intromettersi negli "affari interni russi". Intanto, secondo il New York Times, gli americani erano al corrente che il leader dei mercenari Yevgeny Prigozhin stesse per agire.
Il primo giro di chiamate - Dopo il colloquio telefonico di Biden con Francia, Germania e Gran Bretagna, il segretario di Stato americano Antony Blinken aveva contattato i ministri del G7 e l'Ue per "coordinarsi" sui passi da compiere. La situazione "è reale e grave", avevano fatto sapere agli alleati: bisognava rimanere in stretto contatto per tutto il tempo necessario, continuando ovviamente a supportare Kiev, il fronte più importante. Il timore degli Usa e dell'Occidente è che il dopo-Putin possa essere ancora più pericoloso dell'attuale regime.
Ny Times: "Gli Usa sapevano" - Pur dicendosi "sorpresi" dall'escalation di Prigozhin e dei suoi uomini, Washington sapeva da mesi delle tensioni interne alle forze armate russe e del rischio concreto di una lotta di potere tra il gruppo Wagner e i generali di Mosca. E in tal senso un articolo del New York Times spazza via ogni dubbio: mercoledì 21 giugno, tre giorni prima della ribellione dei mercenari, l'amministrazione americana sarebbe stata avvertita dall'intelligence dei piani di Prigozhin. La prima preoccupazione di Biden e dei suoi collaboratori è stato l'arsenale nucleare russo: chi ne sarebbe entrato in possesso? Come lo avrebbe impiegato?
© Telegram
© Telegram
I consigli di Biden a Zelensky - Come spiega il Corriere, Biden avrebbe dato indicazione al presidente ucraino Volodymyr Zelensky di "non intromettersi" nella crisi russa e di restare concentrato sulla controffensiva. E Kiev, nelle ore più concitate per Putin e il suo regime, ha lanciato un'offensiva in più direzioni sul fronte orientale. Come illustrato dal viceministro della Difesa Ganna Malyar, le forze ucraine hanno assalito le linee russe vicino alle città di Orikhovo-Vasylivka, Bakhmut, Bodanivka, Yagidne, Klishchivka e Kurdyumivka. "Ci sono progressi in tutte le direzioni", aveva poi detto. Zelensky si è quindi limitato a un commento: "La debolezza della Russia è evidente. È debolezza su vasta scala. E più a lungo la Russia mantiene le sue truppe e mercenari sulla nostra terra, più caos, dolore e problemi avrà in seguito". E poi in un tweet: "Questo è solo l'inizio".
L'incontro Cina-Russia - Intanto, il ministro degli Esteri cinese Qin Gang ha incontrato a Pechino il viceministro degli Esteri russo Andrey Rudenko, nel primo incontro pubblico di diplomatici dei due Paesi da quando i mercenari ribelli hanno minacciato di prendere d'assalto la capitale russa. "Abbiamo avuto uno scambio di opinioni sulle relazioni Cina-Russia", ha affermato Pechino, aggiungendo che i due hanno anche discusso di "questioni internazionali e regionali di interesse comune".
Germania: "Conflitto interno alla Russia" - L'indicazione di Biden di "non intromettersi" nel conflitto russo è stata confermata - tra le linee - dal ministro della Difesa tedesco Boris Pistorious, a margine di un evento politico dell'Spd: "Non è ancora possibile fare delle valutazioni. Se lo facessimo ora, offuscheremmo una visione aperta su ciò che realmente sta accadendo", aveva detto sottolineando che la Germania e i suoi partner sono "osservatori" di un "conflitto interno alla Russia". Del resto, fonti citate dalla Cnn avevano spiegato che le amministrazioni Usa ed europee erano attente a non offrire a Putin l'opportunità di accusare il fronte occidentale di un coinvolgimento nella rivolta della Wagner.
Tajani: "Ora la Russia è più debole" - Anche il ministro degli Esteri Antonio Tajani è intervenuto a proposito della ribellione del gruppo Wagner. "Una cosa è certa: oggi il fronte russo è più debole di ieri. Mi auguro che adesso la pace sia più vicina. Attendiamo di capire le prossime mosse della Russia in Ucraina", ha detto in un'intervista al Messaggero. Sulla scia delle indicazioni di Biden, Tajani ha spiegato che l'Italia "non interferisce nelle questioni interne russe", ma "segue con attenzione" la vicenda "per garantire l'incolumità di più di 5.400 italiani presenti in Russia". Al momento, ha comunque evidenziato, non c'è alcun pericolo di un'evacuazione di massa dei nostri connazionali.
Tajani si è poi lasciato andare a un commento sulla situazione dell'esercito russo. "È finito il mito dell'unità della Russia di Putin. Questa escalation interna divide lo schieramento militare russo. È l'esito inevitabile quando si sostiene e finanzia una legione di mercenari" come il gruppo Wagner. "Ben vengano tutte le iniziative per la pace. Abbiamo apprezzato che papa Francesco abbia ricevuto Zelensky e nominato il cardinale Zuppi come inviato: per noi esiste solo una pace giusta, e coincide con il ripristino dell’integrità territoriale ucraina", ha affermato.
E sulla mediazione cinese? "Presenta aspetti positivi, ma ha un difetto di fondo: non parla di ritiro immediato delle truppe russe. Un 'cessate il fuoco' che lasci una parte dei territori ucraini in mano ai russi non è una soluzione". Sull'eventuale adesione alla Nato da parte dell'Ucraina, "serve un percorso graduale. Il primo passo è istituire il Consiglio Nato-Ucraina e ripartire dal percorso di allargamento avviato a Bucarest nel 2008, una volta terminato il conflitto". Diverso il caso dell'Ue: "Faremo di tutto perché l'Ucraina possa entrare. A patto ovviamente che rispetti le regole comunitarie e metta a punto le riforme richieste, ad esempio per la lotta alla corruzione".