Il presidente è attualmente agli arresti domiciliari sotto il controllo dei militari, appoggiati dal partito e dalla popolazione
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Il presidente dello Zimbabwe, Robert Mugabe, è stato espulso dal suo partito Zanu-Pf (Unione nazionale africana di Zimbabwe - Fronte patriottico) ed è stato sostituito dal vicepresidente Emmerson Mnangagwa. Dopo l'ultimatum del comitato centrale che gli chiedeva di dimettersi entro domani a mezzogiorno, pena l'impeachment, Mugabe, secondo il media internazionali, avrebbe accettato di lasciare la presidenza dello Zimbabwe.
Il Comitato centrale del partito al potere nello Zimbabwe, lo Zanu-PF, ha indicato proprio il vicepresidente Emmerson Mnangagwa, al potere per 50 anni con Robert Mugabe ma da quest'ultimo silurato nei giorni scorsi e per questo riparato all'estero, come la persona destinata a diventare il nuovo capo di stato dello strategico Paese africano.
Mugabe è attualmente agli arresti domiciliari sotto il controllo dei militari, appoggiati dal partito e dalla popolazione, che hanno chiaramente espresso il loro dissenso di fronte all'ipotesi che il nuovo capo di stato dopo Mugabe potesse essere la moglie Grace.