Presso la Audi House of Progress è andato in scena un talk dedicato alle diverse declinazioni della “flexability” in ambiti che vanno oltre la mobilità.
© Ufficio Stampa Audi
La Milano Design Week è oggi un evento che esula dai confini dell’arredamento d’interni e da anni coinvolge anche realtà apparentemente distanti come il mondo dell’auto. Sono diversi i costruttori automotive presenti negli spazi del Fuorisalone 2025 e tra questi si distingue sicuramente Audi, che ha organizzato per l'occasione una serie di appuntamenti esclusivi. Abbiamo partecipato all'evento che ha concluso la settimana dei Quattro Anelli al Fuorisalone, un talk in cui si sono confrontati ospiti appartenerti ad ambiti diversi dall'automotive in un’ottica di ricerca delle similitudini tra discipline differenti.
Il fulcro della presenza della Casa di Ingolstadt è rappresentato dalla “House of Progress”, allestita dal 7 al 13 aprile presso gli spazi di Portrait Milano, in Corso Venezia 11. Si tratta di un vero e proprio hub creativo che offre ai visitatori un'esperienza immersiva nel futuro della mobilità e del design, in cui l'auto diventa parte di un mondo più ampio, connesso e sostenibile.
Per l’edizione 2025 del Fuorisalone il duo di artisti olandesi "Drift" ha progettato l'installazione "Drift Us" che si ispira al concetto di “flexability”, derivato dall’unione di “flexibility” e “ability”. Una filosofia che mette al centro la capacità di evolversi in base alla trasformazione della mobilità urbana attraverso soluzioni innovative. L'opera interattiva, che prende ispirazione dal movimento impresso da una folata di vento su una distesa di erba, è costituita da ventidue steli luminosi che si attivano al passaggio dei visitatori, alludendo così alla capacità della natura di adattarsi.
Assoluta protagonista della House of Progress è la nuova A6 Avant, che è stata svelata proprio in occasione della Milano Design Week 2025. La wagon dei Quattro Anelli va ad affiancarsi al modello elettrico A6 e-tron ed è caratterizzata da motorizzazioni termiche con tecnologia mild hybrid plus a 48 Volt. Tra le innovazioni del nuovo modello ci sono inedite soluzioni digitali, un comfort migliorato e tecnologie innovative come le sospensioni pneumatiche adattive, lo sterzo integrale, i proiettori anteriori LED Digital Matrix e i gruppi ottici posteriori Oled 2.0.
Nella serata di giovedì 10 aprile nella terrazza della House of Progress si è svolto un talk che ha concluso la settimana di eventi Audi alla Milano Design Week. Il dibattito ha proposto un’interessante riflessione sul concetto di cambiamento ed è stata l’occasione per riflettere su possibili scenari futuri, in quest’epoca caratterizzata da incertezza. Oggi, per cercare di governare il cambiamento, è utile ascoltare esperienze e voci anche di ambiti diversi, in una visione che cerca armonia tra le discipline. Per questo sono stati invitati ospiti di settori diversi, come l’arte, la scienza e lo sport.
Con il preparatore atletico Marco Panichi, si è parlato di sport, in particolare – e non poteva essere altrimenti – di tennis. In questo sport è importante giocare nel modo giusto al momento giusto e per questo la gestione delle emozioni è determinante. Secondo il preparatore atletico, che attualmente allena Jannik Sinner e che in passato ha allenato Novak Djokovic, proprio questo aspetto distingue i grandi campioni, che anzi si trovano a loro agio nelle situazioni più difficili. I veri atleti di vertice sono anche in grado di uscire dalla comfort zone, creando delle abitudini che nel tempo portano all’eccellenza. Nel loro lavoro, sebbene il tennis sia considerato uno sport solitario, sono supportati da un team di persone: la comunicazione tra i membri e la loro intelligenza emozionale possono fare davvero la differenza.
La flessibilità secondo il regista Paolo Genovese è al centro del suo lavoro: spesso è necessario ripensare delle idee e anche essere disposti a buttare tutto per ricominciare daccapo. Un’idea non ha mai un valore assoluto, ma è sempre relativa al contesto in cui si manifesta. Un altro concetto su cui il regista ha proposto la sua personale riflessione è quello della collaborazione. Sebbene il ruolo del regista sul set sia di totale solitudine, il gruppo di lavoro, che può arrivare anche a cento persone, è fondamentale.
Per Stefano Gandelli, la “flexability” in questa epoca di cambiamento è fondamentale. Come tutti i grandi cambiamenti c’è bisogno di tempo affinché vengano recepiti dalla società. Discipline diverse spesso sono molto più vicine di quanto si possa credere: basti pensare allo scultore, che nel suo lavoro passa dalla geologia, rappresenta dalla pietra grezza, all’arte, rappresentata dalla scultura finita.