Nella settimana dei Motori lʼindagine di Altroconsumo sullʼimpatto ambientale delle auto e la crisi del mercato russodi Antonio Angione
Lʼauto rinnovabile ‒ Conviene muoversi con lʼauto elettrica per mitigare lʼimpatto della mobilità sullʼambiente? A dare una risposta ci prova Altroconsumo, insieme alla rete internazionale di organizzazioni dei consumatori ICRT, che ha calcolato lʼimpatto di un veicolo lungo lʼintero ciclo di vita di unʼauto.
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Lʼanalisi Lca (Life Cycle Assessment) o test Green NCAP considera lʼautomobile dallʼestrazione e trasporto delle materie prime per costruirla fino allo smaltimento dei componenti alla demolizione, passando per il consumo di energia. Per le auto elettriche cʼè il plus di sapere se lʼenergia che serve alla trazione è prodotta da fonti rinnovabili o combustibili fossili, per cui paradossalmente una stessa auto ha un valore LCA diverso da Paese a Paese, in base allo sviluppo di energie rinnovabili. E qui cʼè il vulnus, perché non tutti i Paesi sono allo stesso livello, e se è vero che lʼauto elettrica impatta un buon 30% in meno delle altre con motori termici o ibride, e altresì vero che secondo lʼAgenzia internazionale dellʼenergia (IEA), le fonti rinnovabili saranno in grado di coprire il 90% del fabbisogno elettrico mondiale soltanto nel 2050! Green NCAP, che gap!
Le tentazioni di Eva e lʼingenua Biancaneve ‒ Il primo semestre dellʼanno ha chiuso i battenti ed è tempo di bilanci per il settore automotive. LʼEuropa non dà segni di grande forma e, dopo il -16% di giugno, chiude la prima metà del 2022 con un -13,7% dʼimmatricolazioni. LʼItalia fa anche peggio con -22,7% e 683 mila auto vendute dopo i primi 6 mesi. Ma se gettiamo un occhio oltre “cortina”, vediamo che le cose vanno molto peggio: in Russia nel primo semestre si registra la vendita di 370 mila auto, vale a dire oltre il 60% in meno rispetto al 2021. Si vende la metà che in Italia, pur avendo la Russia quasi tre volte gli abitanti del Belpaese.
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Le vendite di auto nuove in Russia sono al tracollo! Negli ultimi 5 anni, dal 2017 al 2021, le immatricolazioni sono sempre state fra 1,6 e 1,8 milioni di unità, mentre questʼanno le previsioni si fermano a 700 mila. Previsioni quasi ottimistiche dopo i crolli di aprile (-78,5%), maggio (-83,5%) e giugno (-82%). Le vendite di auto sono un chiaro indicatore dei consumi di un Paese,
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e se il segno meno accompagna numeri così pesanti allora, in succo, vuol dire che quel Paese non se la passa bene. Né finanziariamente, perché non può permettersi unʼauto nuova, né in termini di fiducia verso la propria economia, perché se anche può spendere, aspetta tempi migliori prima di comprare. Altro che il punto interrogativo su chi sarà il prossimo dopo Johnson e Draghi, a cadere è già ora lʼeconomia russa, caro ex primo ministro Medvedev. Questo giusto per contestare il partitone trasversale di chi sostiene che “le sanzioni nuocciono più a noi che a loro…”, tralasciando di aggiungere il nesso causale di questʼaffermazione, e cioè: “togliamole!”. Magari ci farebbero anche il gentile cadeau di un poʼ di gas e petrolio gratis, ma sarebbero mele avvelenate!