Il boom delle auto elettriche coinvolge anche lʼedilizia residenziale, con punti di ricarica singoli o condominiali
Il boom delle auto elettriche coinvolge anche lʼedilizia residenziale. Come consente una legge del 2016, i complessi condominiali di nuova costruzione (almeno 10 unità abitative) possono dotarsi di colonnine per la ricarica di veicoli elettrici. E per i vecchi edifici? Le assemblee di condominio possono decidere dʼinstallarle, accedendo ai benefici del SuperBonus al 110% per le ristrutturazioni.
Ma vediamo come installare una colonnina domestica per auto elettriche e come funziona lʼaccesso allʼagevolazione statale. Prima condizione: il diritto al SuperBonus scatta soltanto se lʼinstallazione delle colonnine è eseguita congiuntamente ad altri interventi strutturali (cosiddetti trainanti), che garantiscano il miglioramento di almeno due classi energetiche per lʼedificio in ristrutturazione (ad esempio dalla classe G dei palazzi più vecchi alla classe E). I punti di ricarica vanno collocati in unʼarea condominiale comune, a meno che non sia il singolo a farsi carico per sé della colonnina e la faccia installare nel suo box, in quanto gli altri condomini non lʼhanno deliberata.
Questo è oggi il caso più frequente, perché lo scetticismo sullʼauto elettrica ancora regna in molti contesti metropolitani. Il singolo proprietario di un box, in questo caso, avverte lʼamministratore del condominio che installerà un contatore elettrico in proprio e non dovrà attendere alcuna autorizzazione. Se invece il privato vorrà allacciarsi alla linea elettrica condominiale, toccherà allʼamministratore incaricare un tecnico per le verifiche del caso, stabilire le spese da sostenere e installare il contatore del consumo di energia sulla diramazione della linea elettrica privata, così da addebitare i costi soltanto al singolo condomino utilizzatore.
Ma si sa, una cosa tira lʼaltra. A qualche vicino magari piacerà la soluzione del primo condomino e vorrà anchʼegli passare a un mezzo elettrico. E così via, tanto da richiedere lʼutilizzo di unʼarea comune per lʼinstallazione di più punti di ricarica, ognuno con la sua diramazione alla linea privata di chi usa lʼenergia per autotrazione. In questo caso serve però la delibera dellʼassemblea di condominio, con il doppio quorum della maggioranza dei partecipanti e della metà più uno delle quote millesimali (501 su 1000).
È bene sapere che i condomini contrari possono essere esonerati da qualsiasi contributo alle spese. Ma lʼesperienza insegna che quando il dado è tratto… il resto seguirà nel tempo. Lʼassemblea di condominio ha tempo 3 mesi dalla richiesta del condomino per rispondere alla richiesta dʼinstallazione delle colonnine, dopodiché questi può far valere il silenzio/assenso, facendo installare il punto di ricarica senza, ovviamente, danneggiare le parti comuni né alterare il decoro dell’edificio.
Per le colonnine di ricarica residenziali, Il Gestore dei Servizi Energetici (GSE) ha avviato una sperimentazione per consentire ai privati la ricarica dei veicoli elettrici senza dover richiedere un aumento di potenza al proprio fornitore di energia. Dal primo luglio scorso e fino al 31 dicembre 2023, gli interessati potranno ricaricare le loro auto grazie alla disponibilità di potenza di almeno 6 kW di notte, di domenica e negli altri giorni festivi. Le richieste di ammissione possono essere presentate al GSE fino al 30 aprile 2023 attraverso la sezione dedicata nell’Area Clienti. Tutte le informazioni sono su www.gse.it.