Promesse elettorali

Biden, lʼamata Corvette e lʼaccelerazione sullʼauto elettrica

Altro che “sleepy”, il giovane Biden amava le auto sportive, ma allʼauto è anche legata la tragedia della sua vita

11 Nov 2020 - 07:19
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Sono in tanti a chiedersi che cosa cambierà per lʼindustria dellʼauto americana (e di conseguenza nel mondo) con lʼelezione di Joe Biden alla Presidenza degli Stati Uniti. I più si attendono unʼinversione di tendenza rispetto a Trump, con unʼaccelerazione sullʼauto elettrica, anche perché Biden ha promesso in campagna elettorale di voler attuare politiche più sensibili al tema dei cambiamenti climatici.

E dire che lʼautomobile è entrata a 360 gradi nella vita del nuovo presidente. Il papà Joe senior era sales manager in una concessionaria del Delaware e il “piccolo” Joe era sempre il primo a vedere ogni nuovo modello che arrivava nello showroom. Quando sposò la prima moglie Neilia Hunter, il regalo di nozze del padre fu una Corvette Stingray modello 1967, una bellissima cabriolet con motore V8 da 350 CV e cambio meccanico a 4 marce, che il neopresidente ancora guida e custodisce gelosamente nel garage della casa di Wilmington. Sempre allʼautomobile, però, è legato il tragico incidente che sconvolse la vita del giovane Biden, perché Neilia e la figlia Naomi (avevano 30 anni e 13 mesi) persero la vita.

I piani di Biden sullʼautomobile ‒ Joe Biden ha promesso in campagna elettorale un piano per aumentare fino a mezzo milione, entro il 2030, i punti di ricarica negli Stati Uniti (oggi fermi a 87.600, in UE si è a quasi 200 mila). Significa accelerare il processo di elettrificazione, ripristinando gli sgravi fiscali (tax credit fino a 7.500 dollari) che Obama aveva introdotto nel 2012 per lʼacquisto di veicoli elettrici. Una misura che Trump, noto “negazionista” dei cambiamenti climatici, aveva abolito. Biden ha parlato di 400 miliardi di dollari dʼinvestimenti pubblici per aiutare la transizione dai combustibili fossili a quelle energie più rispettose dellʼambiente.

Secondo la Reuters, Biden intende poi introdurre limiti alle emissioni inquinanti più stringenti degli attuali. Dal 2022 al 2025 le auto di nuova immatricolazione dovranno ridurre del 5% gli scarichi di CO2 (Obama li aveva ridotti del 3,5% dal 2012 al 2017), anche se in California gli obiettivi sono ancora più ambiziosi e questo spiega lʼexploit di Tesla nello Stato. Con Trump invece, la riduzione era limitata allʼ1,5% fino al 2026 e contro la California la Casa Bianca aveva avviato una battaglia legale per evitare che seguissero norme in contrasto con quelle federali.

La California ha diviso i costruttori auto ‒ Al centro della battaglia proprio lo Stato del Pacifico, che ha dato i suoi 55 “grandi elettori” a Biden senza troppe difficoltà sul conteggio dei voti. La California si è posta lʼobiettivo di ridurre del 12% le emissioni di CO2 ed è stata seguita da altri 12 Stati Usa. Il neopresidente ha già fatto sapere che concederà alla California il diritto di seguire le sue norme, ma i costruttori auto (su cui contava Trump) si sono divisi: Ford, Honda e Volkswagen hanno raggiunto un accordo con lo Stato sulle regole da seguire, mentre General Motors, FCA e Toyota hanno seguito Trump nel tentativo di frenare le pretese della California.

Gli incentivi per gli automobilisti ‒ Oggi in Usa un consumatore riceve 7.500 dollari di tax credit se acquista unʼauto elettrica, ma per i costruttori questo beneficio vale soltanto per i primi 200.000 esemplari di veicoli elettrici consegnati. Al momento soltanto Tesla e General Motors hanno raggiunto questa soglia, Tesla già alla fine del 2019, GM lo scorso 31 marzo. Il Congresso aveva bocciato una norma per estendere a 600.000 la soglia, ma il nuovo Congresso uscito dalle elezioni dello scorso 3 novembre potrebbe cambiare lo stato delle cose. Si parla anche di 3.000 dollari di sconto cash da assegnare a chi acquista unʼauto nuova e più pulita.

Biden stesso ha dichiarato che vuole estendere la platea dei beneficiari allʼintera classe media, convinto che entro il 2030 spariranno 63 milioni di auto a benzina dal parco circolante. Per i lavoratori dellʼindustria americana dellʼauto (il potente sindacato UAW, United Auto Workers), più di 400 mila iscritti, lʼargomento è scottante e ci si è divisi un poʼ come le grandi Case automobilistiche. Nonostante lʼendorsement della UAW per Biden, molti lavoratori temono che lʼaccelerazione sullʼauto elettrica distruggerà il proprio attuale lavoro nellʼindustria automotive.

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