Primo contatto BMW

BMW M2, l'abbiamo guidata sul circuito di Vallelunga

Non è stata una prova qualsiasi, perchè la M2 non è un'auto sportiva qualsiasi. Ecco come è andato il nostro test, in compagnia della trazione posteriore, di 460 CV di potenza massima e di tanta elettronica che permette di settare la M2 come fanno i piloti con le loro vetture da corsa. 

28 Giu 2023 - 09:13
 © Ufficio stampa BMW

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La combo perfetta, al momento giusto e nel posto giusto e se proprio volessimo sconfinare nel comune dire...diremmo a BMW che per un giorno “ha voluto vincere facile”. Portare la M2 sul circuito di Vallelunga e sentirsi chiedere se la macchina ci è piaciuta e se ci siamo divertiti prevede (e non forzatamente) una sola risposta: sì.

La M2 si presenta

 Una GT che oggi giorno si fa fatica a trovare, con la sua semplice originalità, il suo muso lungo e aggressivo, un parabrezza quasi da coupè, con linee che terminano sul codino posteriore. Lunga 458 cm, la variante M2 è però più lunga di 12 cm e più larga di 16 mm, che le consentono di avere un’impronta a terra più decisa. La M2 è anche più bassa di 11 millimetri e ha carreggiate più larghe avanti e dietro che prefigurano un design devoto alla pura sportività, con parafanghi appositi, appendici che spuntano fuori tutte nei posti giusti e, se volete, un tetto in carbonio che elimina 6 chili di peso.

Gli atri tratti estetici

 Il doppio rene con griglia a listelli orizzontali caratterizza il frontale della M2. Ci siamo fermati a guardarla, abbiamo passeggiato intorno a lei e dobbiamo confidarlo...la M2 ci ha sorpreso per la sua semplicità. Vi starete chiedendo: come si fa a parlare di semplicità quando si ha per le mani una BMW M? Eppure la M2 non fa richiamo a vistose componenti, perché è un’automobile che riconosce nella sua anima la forza. Da fuori, si capisce che è devota alla sportività, ma in tanti anni abbiamo visto di peggio. La M2 è sorprendentemente bella nella sua essenzialità, senza troppi fronzoli, così di profilo le linee scorrono lisce su parafanghi posteriori che inglobano cerchi più grandi degli anteriori (285/30 ZR20 contro 275/35 ZR19), mentre al posteriore si vedono soltanto le due coppie degli scarichi dalla forma tonda e l’estrattore. Per concludere, sul piccolo codino è stata appoggiato un sottile baffo aerodinamico.

Come è fatto l’abitacolo

 Ironia della sorte, le caratterizzazioni M si vedono e si percepiscono molto più in abitacolo che fuori. In generale gli interni mettono in mostra materiali di qualità che ci sono sembrati ben assemblati e rifiniti, oltre che ben accordati tra loro. Il guidatore può impugnare un volante sportivo che sulle razze mette in evidenza i tasti M1 e M2, che consentono di selezionare velocemente due modalità di guida. Lo schermo dietro il volante ha funzione di quadro strumenti e misura 12 “, è più grande invece il display che si trova al centro della plancia, della misura superiore di 14”, nel quale prende vita tutto l’infotainment di BMW. Abbassando lo sguardo verso il tunnel centrale si notano i tasti per il controllo delle modalità di guida, ma un’altra piacevole sensazione che vogliamo raccontarvi ci è arrivata dai sedili sportivi. In listino ce ne sono di tre tipi, a noi è bastato un caldo giorno di giugno a Vallelunga, tra le sollecitazioni estreme della guida in pista, per apprezzarne la validità e il comfort.

La BMW M2 provata sul circuito di Vallelunga

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© Ufficio stampa BMW
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Qualche dettaglio tecnico

 Partiamo dal cuore che batte sotto il cofano. C’è un sei cilindri in linea, 3.0 biturbo, con una potenza di 460 CV e una coppia di 550 Nm. Il propulsore può essere abbinato a un cambio automatico a 8 rapporti, ma su richiesta si può guidare la M2 anche con il cambio manuale a sei marce. A proposito di guida, grazie all’elettronica il guidatore può personalizzare tantissimi parametri di funzionamento della vettura, tipo il tractrion control, che è tarabile su dieci differenti posizioni. Le sospensioni sono a controllo elettronico, ma i tecnici BMW sono intervenuti anche sugli angoli di camber e caster all’anteriore per rendere la vettura più reattiva, invece al posteriore c’è un differenziale autobloccante meccanico a gestione elettronica.

Finalmente l’abbiamo guidata

 Prima i numeri, poi le sensazioni. Consapevoli dei numeri, ci avviciniamo alla M2 con il dovuto rispetto, il suo dobbiamo guadagnarcelo in pista, tra i cordoli di Vallelunga. La sportiva tedesca a trazione posteriore regala una velocità massima di 250 km/h (autolimitata) ma con il pacchetto M Driver si può spingere fino a 280 km/h. Parte da ferma e arriva a toccare i 100 km/h in 4,1 secondi, ma la BMW M2 va vista oltre i numeri, perché quando la guidi ti regala emozioni che pervadono tutti i sensi e restano per sempre. Spinge forte la M2, con un impeto e una tenacia che difficilmente abbiamo ritrovato in una vettura della sua categoria. Scaricare a terra la sua potenza non rappresenta un problema, piuttosto bisogna poi capire come gestirla, se in modo lineare, pulito e veloce oppure in un modo più sporco, cattivo, senza troppi fronzoli o preoccupazioni….tanto la M2 non molla mai. Guida pulita o sporca, veloce o divertente (per esempio driftando), con la M2 si può fare di tutto senza mai risultare inappropriati. Le mani sul volante, rilassate e quasi mai tese, percepiscono uno sterzo molto diretto e rapido, che asseconda la direzionalità e rende la guida, anche quella più dinamica, più facile e divertente. Di conseguenza la M2 è facile da inserire in curva, anche quando si arriva a tutta velocità: la frenata è pronta e non scompone mai più di tanto la M2, che resta omogenea nonostante il peso non proprio da ballerina di danza classica. I 1.700 kg non rovinano il “portamento” della M2, che offre al guidatore un riscontro di auto bilanciata a dovere. Così, una volta che la staccata è stata effettuata a regola d’arte, la vettura entra in curva allineata alla migliore traiettoria e in accelerazione è già pronta a mettere a terra tutta la potenza che serve e a far aprire lo sterzo al guidatore. Una volta capita, con la M2 il feeling si trova rapidamente: dunque, lo sterzo, i freni e l’assetto a controllo elettronico fanno il loro dovere, ma parte del merito va anche al cambio automatico a 8 rapporti con convertitore di coppia M Steptronic costruito dalla ZF, che consente anche di regolare la velocità di cambiata su sei differenti livelli. Chiaramente non solo la cambiata, ma l’elettronica consente di modificare secondo i gusti e le necessità del momento anche i parametri che riguardano lo sterzo, l’assetto, i freni, il motore e il controllo di trazione. Circa 78 mila euro è la cifra da pagare per avere tra le mani la nuova BMW M2. Giudicate voi, noi lo abbiamo già fatto e abbiamo mostrato alla M2 il pollice all’insù.

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