Ecco le immagini del nuovo CX-60
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Nel 2015 le auto diesel in Europa erano quasi al 50% di quota mercato, oggi sono al 20 % e nel 2030 saranno una sparuta minoranzadi Antonio Angione
Cʼera una volta il diesel ‒ La lenta affermazione della mobilità elettrica in Italia fa ancora sperare qualche nostalgico che, passata la tempesta ideologica dellʼecosostenibilità, i motori termici possano avere ancora lunga vita. Speranze vane, a leggere lʼinfografica di uno studio GlobalData per Just Auto sembra anzi che il declino del diesel sarà più repentino del previsto.
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Nessun vero appassionato di motori, in realtà, è contro la benzina e il diesel. Anzi, è grazie a questi motori che si è favorita la nostra libertà di movimento nel secolo dellʼautomobile, libertà che ci era sconosciuta in passato. Ma quando le tecnologie impattano sulla vita di tutti i giorni, è difficile sperare che il vecchio resista al nuovo, come la star del video che “uccide” quella della radio in una famosa canzone degli anni 80; come la musica in streaming che polverizza la fruizione di cd, vinili e chiavette Usb; come gli smartphone che mandano in pensione i telefoni fissi in casa, magari con i buchi dove infilare il dito per comporre un numero (e guai a sbagliare!).
Lo studio GlobalData mette in risalto la curva che le auto con motori diesel hanno avuto in Europa nel XXI secolo. Nel 2001 rappresentavano un terzo del mercato e soltanto pochi anni fa, nel 2015, le auto a gasolio valevano il 47,7% del mercato europeo, il 46,2% nel 2016. Dal 2010 al 2017 si vendevano nel continente fra le 7 e le 8 milioni di auto diesel lʼanno. Poi il calo, progressivo, inesorabile. Nel 2021 la quota di auto diesel è scesa al 20% in Europa, per 2,8 milioni di modelli venduti; la stima per questʼanno scende al 16,5% e a un volume di due milioni di unità circa. In Italia siamo sopra queste soglie, ma soltanto perché siamo in ritardo con altri Paesi che trainano la transizione. Nel 2030, secondo GlobalData, le auto diesel di nuova immatricolazione saranno solo lʼ1,4% del mercato, per lʼirrisorio volume di 278 mila unità. Sic transiat…
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La Reazione ‒ I “vecchi” motori provano a reagire al destino in atto e due recenti notizie sembrano avvalorare queste resistenze. Una riguarda Toyota RAV4, il Suv che grazie a una specifica conversione di Ecomotive Solutions scommette sul Gpl. In pratica siamo in presenza di un triplice ibrido, con alimentazione a benzina (motore 2.5 e trazione anteriore), elettrica con un motore da 88 kW e il kit per gpl! Una soluzione tutta italiana che riempie il tempo del passaggio definitivo alla nuova mobilità.
Diesel finiti allora? Nientʼaffatto, mancano 13 anni al divieto UE e cʼè ancora chi ci crede. Come Mazda, che per il nuovo grande Suv CX-60 ha preparato sia la variante ibrida plug-in (PHEV), che una nuova motorizzazione diesel hybrid e-Skyactiv D. Il motore termico è il 6 cilindri turbo a iniezione diretta da 3,3 litri di cilindrata, declinato nei due livelli di potenza di 200 e 249 CV, entrambi con cambio automatico a 8 rapporti e trazione integrale. Di ausilio cʼè poi il sistema Mazda M Hybrid Boost a 48 Volt e i consumi, su un macchinone come questo, scendono sotto i 5 litri per 100 km. Volendo è già ordinabile in Italia, con prezzi da 49.900 a 61.200 euro, anche se le consegne sono previste da gennaio 2023. Ma fino al 2035 cʼè ancora tanto tempo per prendere in considerazione e godersi un sano ed efficiente motore diesel. Orgoglio e postgiudizio.
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