Tutta del lingotto

Chrysler-Fiat: che succede ora?

Dopo la definitiva acquisizione gli appassionati di automobile si chiedono: quali nuovi modelli arriveranno?

03 Gen 2014 - 21:27

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Diciamo la verità: nonostante si tratti di auto splendide, non è che finora l'alleanza transatlantica tra il gruppo Chrysler e quello Fiat abbia dato risultati effervescenti sul mercato italiano. La Chrysler 300 e il Voyager rimarchiati lancia sono stati visti come una offesa al vecchio blasone del marchio e tacciamo della Flavia (bellissima, ma almeno avesse un turbodiesel...). Un po' meglio è andata al Freemont. Ben diversa la storia negli Stati Uniti dove il travaso tecnologico dall'Italia (sembra strano a dirsi ma è la pura verità) ha letteralmente salvato il gruppo facendolo ripartire con 44 mesi di utili consecutivi grazie a una serie di modelli di successo molto "made in Italy".

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Ora ci si aspetta novità anche in Europa. Gli osservatori sono certi che questa sia la volta buona, grazie anche alla "cassa" che la parte americana metterà a disposizione per lo sviluppo di nuovi modelli. Situazione tutta da verificare, ma è indubbio che l'operazione lascia ben sperare.
E i primi risultati non dovrebbero farsi attendere: a Ginevra arriverà la Baby Jeep che sarà anche la base meccanica della 500X (nomi ancora tutti da decidere), sostanzialmente la risposta Fiat al mercato dei piccoli suv, settore che è sempre tra i più remunerativi del mercato (vedi Nissan Qashqai). Entrambi i modelli saranno assemblati a Melfi e quindi almeno da un punto di vista occupazionale è già un successo.
Quello che però tutti gli appassionati italiani sperano, è che il Gruppo finalmente trovi le risorse per il rilancio del marchio Alfa Romeo, con vetture di blasone adeguato. Da mesi su siti e blog si vocifera di un progetto per una berlina di prestigio sulla piattaforma della Maserati Ghibli (e detto per inciso il marchio del Tridente sta andando benissimo in Usa).
Al Salone di Detroit, quindi a giorni, verrà presentata la nuova Chrysler 200 da cui potrebbe anche derivare la futura Lancia Delta, entrambe basate sulla stessa piattaforma della Giulietta.

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