Spaziosità eccelsa e materiali innovativi per lʼerede del Bulli, disponibile anche in variante Cargo
Volkswagen ha dato il via alla produzione della gamma elettrica ID. Buzz nello stabilimento di Hannover. Altro passo deciso verso il futuro a trazione elettrica da parte del colosso di Wolfsburg, dopo le vetture ID.3, ID.4 e ID.5. Qui la partita si gioca sul terreno dei grandi monovolume, ID. Buzz è infatti lʼerede del mitico Bulli, e su quella dei veicoli commerciali con la variante Cargo.
Un veicolo polivalente per DNA, adatto a tutti gli usi e che convince chiunque sotto il profilo della funzionalità, persino Obi-Wan Kenobi! Il protagonista di Star Wars, in realtà, ha ispirato due versioni particolari del Volkswagen ID. Buzz, che nelle versioni ordinarie arriverà sul mercato entro lʼestate. La trazione elettrica potrebbe sembrare la svolta epocale del furgone/MPV tedesco, ma non è così, perché già nel 1972 (50 anni fa!) Volkswagen presentò un prototipo elettrico del Bulli, in grado di percorrere 85 chilometri a emissioni zero.
Il nuovo ID. Buzz monta una batteria da 77 kWh, che alimenta il motore da 150 kW (oltre 200 CV di potenza) e trasferisce la potenza alle ruote posteriori. La ricarica avviene sia a corrente continua che alternata e, in modalità rapida alle colonnine da 170 kWh, bastano 30 minuti per passare dal 5 allʼ80% di carica. Sostenibilità che si abbina alla straripante versatilità del modello, forte di un passo di tre metri e quindi di livelli di spaziosità eccelsi. Lʼabitacolo a 5 posti lascia spazio a 1.121 litri di bagagliaio, ma ribaltando la seconda fila si ottiene un vano di carico da 2.205 litri!
Esteticamente ID. Buzz rimanda al suo storico avo e alla tradizione cinematografica e fumettistica che lʼha reso noto (ricordate Scooby Doo?), tanto che Volkswagen lʼha dotato di una carrozzeria bicolore con 4 differenti soluzioni cromatiche (più 7 tinte uniche). Gli interni esaltano la modernità della trazione elettrica, con dettagli bianchi e Led che illuminano lʼambiente. Innovativo il veicolo lo è anche per i materiali utilizzati, come il tessuto Seaqual ricavato dalle plastiche recuperate in mare e, soprattutto, il PES riciclato dalle bottiglie in PET. Soluzioni che hanno permesso allʼimpianto di Hannover di risparmiare il 32% di emissioni di CO2 rispetto ai vecchi materiali.