Il prossimo anno in gara tutte le Case tedesche
Ormai è febbre da Formula E. Tutti la vogliono, tutti vogliono esserci e i campioni che si mettono al volante delle monoposto elettriche sono sempre di più. Il Campionato Mondiale si è appena concluso, con la vittoria di Lucas di Grassi su ABT Audi nella classifica piloti e del team Renault e.dams in quello costruttori e per il terzo anno di fila.
Le ultime gare in Nord America ‒ New York e Montreal ‒ hanno fatto il botto di spettatori, incassi e interessi. Perché cʼè un aspetto fondamentale dei granpremi della Formula E: si corrono sui circuiti cittadini, non inquinando con le loro batterie e i motori al 100% elettrici. Si aspetta Roma, dove allʼEur nella primavera del 2018 si correrà il primo GP italiano di Formula E. Il prossimo anno si annuncia interessantissimo, perché entreranno in lizza le Case tedesche in massa: Audi (e quindi Volkswagen), BMW, Porsche e Mercedes. Gli organizzatori e in primis il patron Alejandro Agag vorrebbero più costruttori giapponesi sullo schieramento, e magari anche lʼamericana Tesla, che della trazione elettrica sta facendo la sua bandiera.
Il boom della Formula E si deve però ai francesi. Renault è stata la prima a credere nella competizione, di cui è partner tecnico fin dalla nascita nel 2013. In 3 anni il team Renault e.dams ‒ di proprietà di Alain Prost e Jean-Paul Driot ‒ ha conquistato tre volte il titolo costruttori. Questʼanno ha vinto 6 gare su 12 e a Sebastien Buemi il titolo piloti è sfuggito per unʼinezia, e soltanto perché non ha gareggiato in due gare per dar sfogo alla sua passione per le gare di Endurance. Tra i team francesi ha spiccato il volo anche DS Racing, con Sam Bird che ha dominato il GP di New York.