Attraversato il continente da un capo allʼaltro
Attraversare lʼAntartide da un capo allʼaltro con una “normale” Hyundai Santa Fe. Certo qualche modifica al Suv è stata necessaria ‒ sospensioni, gomme, serbatoio ‒ ma il modello dellʼimpresa è un Santa Fe 2.2 a gasolio della produzione di serie. A portare a termine lʼavventurosa traversata via terra è stato Patrick Bergel, pronipote dellʼesploratore britannico Sir Ernest Shackleton, che aveva tentato unʼimpresa analoga più di 100 anni fa.
Vita romanzesca quella di Shackleton e una fama pari allʼepoca a quella dei vari Scott e Amundsen. Non riuscì però ad attraversare lʼAntartide da un capo allʼaltro nel dicembre 1916, morì anzi nellʼavventura e quellʼevento deve essere rimasto forte nella mente della famiglia. E del pronipote Patrick Bergel, che pur non essendo un professionista delle grandi imprese, ha attraversato il continente di ghiaccio grazie alla collaborazione di Hyundai. Unʼavventura durata 30 giorni e 5.800 km di marcia nel ghiaccio, da Union Camp a McMurdo e ritorno, con temperature scese fino ai 28 gradi sottozero.
Le condizioni di oggi ‒ e Bergel lo sa bene ‒ sono però enormemente differenti rispetto a un secolo fa, in cui non cʼerano veicoli motorizzati né navigatori satellitari, e non comparabili erano gli abbigliamenti tecnici e i mezzi di comunicazione. La Hyundai Santa Fe della traversata era un modello standard quanto a motore, elettronica, differenziale anteriore e albero di trasmissione. Uniche modifiche, necessarie, alle sospensioni e agli pneumatici, questi ultimi di grandi dimensioni e a bassa pressione (un decimo rispetto a quella stradale), e alla fine il Suv è riuscito pure a tracciare nuovi percorsi sulle calotte di ghiaccio. Diverso anche il carburante, di tipo Jet A-1, l’unico disponibile sul continente, e serbatoio chiaramente maggiorato.