Due vittime da inizio anno, 16 dal 2020, il boom dei monopattini elettrici si paga a caro prezzo
Gli ultimi due decessi a Trezzano sul Naviglio, nel milanese a tarda sera, riaprono il dibattito sulla sicurezza dei monopattini elettrici. Asaps ‒ lʼAssociazione sostenitori della Polizia Stradale ‒ denuncia 15 vittime da quando è scoppiato il fenomeno degli e-scooter, una nel 2020 del lockdown e della mobilità ridotta, 12 lʼanno scorso e già due nei primi 45 giorni del 2022. Ma lʼaltra sera a Trezzano è morto anche il motociclista che ha travolto il monopattino, perché il pericolo di scontrarsi con questi mezzi poco visibili coinvolge tutti.
Il problema sta diventando sempre più urgente da risolvere, perché non è vero che le vittime sono tutto sommato poche. In confronto alle automobili la percentuale di incidenti, infortuni e vittime è enorme: si stima che in Italia siano 2,5 milioni quelli che vanno in monopattino elettrico, di proprietà o in sharing, quindi molto meno dei guidatori auto (almeno 15 volte), che sono 40 milioni circa. In 100 incidenti con un monopattino coinvolto, gli infortuni sono 98, contro i 65 degli incidenti auto. Il punto è che ci sono troppe questioni irrisolte: dove possono circolare i monopattini? A che velocità (effettiva!) vanno? E quanto sono visibili, perché nel buio non sono troppo diversi da un pedone, solo che marciano su strada!
Per Giordano Biserni, Presidente Asaps, serve coraggio! Una legge di regolamentazione servirebbe per introdurre il targhino (come sui ciclomotori), lʼassicurazione obbligatoria, il divieto di circolazione su strade extraurbane, lʼobbligo del casco per tutti e non solo per i minori di 18 anni. Servirebbe anche lʼobbligo di una “tenuta” dʼabbigliamento che sia nitidamente visibile, ché i giubbotti o le bretelle rifrangenti non bastano. LʼAsaps ha preparato un opuscolo sui “Monopattini elettrici: Regole da seguire, sanzioni, consigli”, disponibile gratuitamente al link: https://issuu.com/asaps/docs/asaps_speciale_monopattini_f9c742779b601a.