Monopattini elettrici, la stretta al vaglio del Parlamento diventa sempre più di stringente attualità
Monopattini elettrici, la stretta al vaglio del Parlamento diventa sempre più di stringente attualità. Dopo gli ultimi fatti di cronaca ‒ il morto e i due feriti a Firenze per uno scontro tra scooter e monopattino ‒ lʼobbligo del casco e della velocità limitata sembra una necessità ineludibile.
Dʼaltronde il “pericolo” lo vediamo in continuazione nelle nostre città, con questi mezzi che sfrecciano a velocità folli anche laddove non potrebbero (vedi marciapiedi), oppure in strada dove si pongono come il mezzo fragile in caso dʼincidente. In pochi anni, complice anche la pandemia, gli e-scooter sono diventati il primo veicolo della sharing mobility in Italia e la loro gestione e circolazione va regolamentata. Lo chiede lʼAnci, lʼassociazione nazionale dei comuni italiani, lo chiedono i tassisti e gli utenti della strada. Per il Presidente ACI Angelo Sticchi Damiani, i monopattini andrebbero provvisti di targa o targhetta identificativa, e dellʼobbligo di assicurazione sulla responsabilità civile verso terzi.
Il boom è sotto gli occhi di tutti. Secondo lʼOsservatorio nazionale sulla sharing mobility, oggi un veicolo su tre in sharing è un monopattino. Nel 2020 sono stati 7,4 milioni i noleggi, per un chilometraggio percorso pari a 14,4 milioni di chilometri. A usarli sono anche i minorenni e la sosta diventa sempre più selvaggia: li si lascia ovunque al termine del “servizio” a nostro favore. Nella proposta di legge ‒ prima firma il deputato FI Roberto Rosso ‒ il parcheggio in zone vietate a moto e scooter, come i marciapiedi, viene sanzionato con multe da 41 a 168 euro.
Tra le altre novità della proposta di legge, lʼobbligo della velocità limitata a 20 km/h è la più incisiva. Oggi già esistono limiti (come i 6 km/h nelle aree pedonali), ma senza lʼautolimitazione elettrica questi mezzi possono correre oltre i 30 km/h, con grave pericolo per tutti. Si parla anche di divieto di circolazione di sera, per la difficoltà a rendersi visibili, ma è un divieto che risulterebbe discriminante rispetto ai ciclisti. Ultimo aspetto, ma non meno importante, riguarda la formazione: servirebbero corsi di guida, da fare nelle scuole secondarie e nelle scuole guida.
Tornando ai fatti di Firenze, il sindaco Dario Nardella aveva introdotto lʼobbligo del casco per chi va in monopattino, ma un ricorso al Tar ha bloccato il provvedimento… Oggi stiamo a chiederci se il casco avesse salvato la vita in questo e in altri incidenti che hanno coinvolto il nuovo veicolo trendsetter in fatto di mobilità.