Tante le critiche al provvedimento del governo
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La giungla delle multe. Incassare meno ma incassare prima. Pagare la sosta o non farlo, sapendo che il rischio di pagare l’eventuale multa vale la pena correrlo. Con il decreto del Fare approvato dal Governo, sono scattati gli sconti del 30% per quegli automobilisti che decidono di non contestare e pagare a breve – entro 5 giorni – la multa, ma le complicanze del decreto e i paradossi che causa sono enormi.
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Il paradosso maggiore riguarda la guida in stato di ebbrezza. Con il 30% di riduzione in caso di pagamento a breve, la multa scende al minimo di 114 euro dai 163 precedenti. Ma soprattutto verrà pagata dai giovani neopatentati (primi 3 anni di conseguimento della patente), minori di 21 anni e i professionisti dell’autotrasporto, categorie che sono tenute al livello alcolemico zero. Invece per tutti gli altri c’è il limite di 0,5 g/l, oltre il quale si può parlare di guida in stato di ebbrezza e quando si supera il livello di 0,8 g/l scatta anche l’ipotesi di reato previsto dall’articolo 186 del Codice della strada. Ma in quest’ultimo caso è inutile pagare la multa, perché con l’ipotesi di reato occorrerà prima arrivare a una sentenza.
Il paradosso è denunciato dall’Asaps – l’associazione sostenitori amici della polizia stradale – che ha anche criticato la riduzione del 30% per quelle condotte che, invece, meriterebbero sanzioni rigorose. Come il mancato uso delle cinture di sicurezza e degli appositi seggiolini per i bambini, la cui sanzione scende da 80 a 56 euro. E ancora il divieto di sosta, la mancanza delle luci, le cui ammende scenderanno da 41 a 28,70 euro. Il superamento dei limiti di velocità entro i 10 km/h fino ai 40 km/h scende da 168 a 117 euro. In un Paese come il nostro, dove si stima che 3,5 milioni di veicoli circoli senza assicurazione RC Auto, è quasi un invito a rischiare: se va male si pagano i 28 euro e spiccioli entro 5 giorni.