Abbiamo il triplo di stazioni rispetto al Regno Unito
Il “Petrolgate” italiano ambientato in Basilicata ha scatenato scandali e polemiche, scoperchiato furbetti e faccendieri, fatto dimettere una ministra (tra le più preparate del governo Renzi). Ma ha anche suscitato qualche discussione interessante, come la capacità della produzione italiana di far fronte al fabbisogno nazionale. Poca roba, a malapena estraiamo il 3% di quel che ci serve, lʼItalia è molto lontana dal Regno Unito, che dal Mare del Nord ricava gran parte del petrolio di cui ha bisogno.
Eppure, perché cʼè un “eppure”, in Italia cʼè un distributore di carburante ogni 1.900 veicoli. Una vera invasione, considerato che nel Regno Unito ce nʼè uno ogni 4.300! In Francia e Germania cʼè un distributore ogni 3.200-3.300 veicoli in circolazione, in Spagna siamo attorno ai 2.500. Sarà forse che in Italia la distribuzione di carburanti è unʼattività particolarmente proficua? Dai dati sembrerebbe di no, anzi lʼefficienza non è granché, visto che oltre Manica ogni stazione di rifornimento eroga in media più del triplo di quanto eroghi una pompa nel Belpaese, 4.360 metri cubici contro 1.311.
A fornire i dati è lʼUnione Petrolifera, che ha rilevato in Italia 21.300 stazioni di rifornimento. Una enormità se si pensa che in Germania, Paese più grande e con 90 milioni di abitanti, ce ne sono 14.562, in Francia 11.356, circa la metà che in Italia e i due Paesi si equivalgono per abitanti e mercato automobilistico. In Spagna ci sono 10.712 stazioni per il rifornimento di carburanti e nel Regno Unito che abbonda di petrolio appena 8.591. La densità italiana è insomma strana, fuori logica e fuori mercato, manca una riorganizzazione e ciò tiene in vita imprese piccole che fanno molta fatica a reggere, soprattutto oggi che il calo del greggio ha visto scendere la benzina e il gasolio ai minimi del decennio. Un problema, che andrebbe risolto a prescindere da qualsiasi scandalo sui favori alle compagnie petrolifere e… agli intimi di ministri e politici.