Detrarre il 10% per lʼacquisto dellʼauto
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Lo chiede lʼUnrae al governo Renzi
A rilanciare il mercato auto in Italia ci stanno provando in tanti, con scarsi risultati. Promozioni, petrolio in ribasso, finanziamenti a tassi zero o quasi finora hanno partorito il classico topolino. Ora però arriva la proposta dellʼUnrae, lʼassociazione che raggruppa le Case auto straniere, e se il governo dovesse accoglierla le prospettive sono buone. LʼUnrae propone di detrarre dalla dichiarazione dei redditi il 10% del prezzo dʼacquisto di unʼauto nuova con emissioni di CO2 fino a 120 g/km, rottamando una vecchia vettura Euro 0, 1 e 2.
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In pratica spendendo 20.000 euro per comprare unʼauto nuova si ha diritto a 2.000 euro di detrazioni, da ammortizzare in 4 anni (500 euro lʼanno). La somma di 2.000 euro è anche la massima detraibile, perché lʼobiettivo è di incentivare lʼauto piccola e media, quella delle famiglie che "hanno bisogno" dellʼauto ‒ come ha ricordato anche il Presidente del Censis De Rita ‒ e non le vetture più costose. Secondo il presidente dellʼUnrae Massimo Nordio, la misura potrebbe accrescere le vendite in Italia di 300 mila unità in 4 anni, facendo anche incassare allo Stato 22 milioni di euro quale incremento del gettito IVA.
Una misura a doppia valenza: di rilancio economico e di rispetto ambientale, perché le auto rottamabili sono davvero super-inquinanti. LʼItalia ha uno dei parchi circolanti più vecchi dʼEuropa: 9,5 anni la media delle auto in circolazione, il 28% ‒ pari a quasi 10 milioni di vetture ‒ ha più di 14 anni! La proposta Unrae intende applicare al settore auto le stesse strategie di sgravi fiscali previste per le ristrutturazioni edilizie, perché oggi lʼauto in famiglia è importante quanto la casa. Ora la palla passa alla politica, e già sono arrivati i primi sì dei ministri delle Infrastrutture e Trasporti Maurizio Lupi e dello Sviluppo economico Federica Guidi e del presidente della Commissione Finanze della Camera Daniele Capezzone. Lʼultimo passo ‒ dice Nordio ‒ è arrivare sul tavolo del presidente del Consiglio.