I primi modelli italiani della FCA
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Due Suv compatti e la Giulietta SW
Fino a qualche decennio fa a Torino circolava un detto: “Se la Fiat annuncia la crisi, Torino spegne la luce”. Ma da allora, di acqua del Po sotto i Murazzi ne è passata parecchia e le cose sono cambiate. Quel collante che legava la Fabbrica Italiana Automobili Torino alla prima capitale d'Italia si è sciupato e la nuova Fiat Chrysler Automobiles avrà a Torino soltanto una sede e qualche ufficio, neanche dei più importanti. E nel capoluogo piemontese cominciano a circolare altre riflessioni, del tipo: “Se Fiat ha fatto questo alla sua Torino, cosa farà in altri luoghi d'Italia?".
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Perché di stabilimenti Fiat nella penisola ce ne sono ancora molti, alcuni funzionano a regime ridotto e accedono alla cassa integrazione, ma molte delle vetture del gruppo che vediamo sulle nostre strade sono ancora made in Italy. Vediamo allora cosa c'è nel cantiere del gruppo torinese… pardon, anglo-olandese- italo-americano. A Cassino ad esempio c'è la quasi totalità della produzione Alfa Romeo, e qui dovrebbero essere prodotte la versione station wagon della Giulietta e una possibile berlina di fascia alta (segmento D) che sostituisca finalmente la 159. Di una nuova ammiraglia Alfa Romeo, come del Suv, potrebbe invece occuparsi lo stabilimento storico di Mirafiori, ma anche Grugliasco è candidata vista la produzione delle ultime berline Maserati. Ne sapremo di più ad aprile, quando Marchionne presenterà il nuovo piano industriale.
A Melfi, in Basilicata, c'è l'impianto più moderno del gruppo in Italia. Negli anni scorsi ha vissuto sull'exploit della Punto, ma adesso accoglierà la produzione di nuovi segmenti. Usciranno da lì i piccoli Suv compatti a marchio Fiat e Jeep, la 500X che già si vede in alcuni prototipi e la baby Jeep che farà il suo debutto al Salone di Ginevra a inizio marzo. Per loro ci saranno i moderni motori TwinAir benzina e Multjet diesel. Ma in molti aspettano con pazienza anche la nuova generazione della Punto, rinviata più di una volta e chissà che il 2014 non sia l'anno buono per tornare forti nel segmento B. Altra certezza è la Panda, prodotta nello stabilimento “Gianbattista Vico” di Pomigliano d'Arco, e la novità potrebbe essere la “Pandona”, nome di gergo per indicare una carrozzeria più grossa della city car 5 porte. Poche notizie su Lancia, il cui destino resterà confinato all'Italia e qualche altro Paese, come la Polonia dove si produce la Ypsilon. Nel 2014 non si attendono sorprese, se non forse un regalino da Chrysler, quella nuova berlina 200C cui cambiare il logo.