Momento difficile per lʼauto
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Manca il decreto attuativo per far scattare gli incentivi
Il primo mese dellʼecobonus, marzo 2019, non ha prodotto gli effetti sperati sul mercato auto italiano. Anzi, il -9,6% delle vendite rispetto al marzo 2018 e il -6,5% aggregato del primo trimestre 2019 dimostrano che le misure del governo giallo-verde per risollevare il mercato non stanno andando nella giusta direzione. A dirlo sono i costruttori italiani (Anfia) e stranieri (Unrae), il Centro Studi Promotor e i concessionari di Federauto.
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Lʼincentivo per chi acquista veicoli a basso impatto ambientale (due fasce da 0 a 20 e da 21 a 70 g/km di CO2) ha conquistato appena un migliaio di clienti in tutta la penisola. Unʼinezia sulle 193.662 auto immatricolate a marzo e, soprattutto, il 20% in meno del marzo 2018! Come dire che con lʼecobonus si comprano meno auto elettriche! Colpa della mancanza dei decreti attuativi da parte del governo, che pesa sulle decisioni di acquisto e rinvia il godimento del bonus a data da destinarsi. A peggiorare la situazione il fatto che marzo è, di norma, il mese migliore per le vendite di autoveicoli nuovi in Italia, ma gravato ‒ secondo il Centro Studi Promotor ‒ dagli ecoincentivi in ritardo, dalla demonizzazione del diesel e dalla recessione.
Per il presidente dellʼUnrae, Michele Crisci (numero uno di Volvo Italia), “lʼecobonus sta disorientando i consumatori. La mancanza del Decreto attuativo e della piattaforma per richiedere il bonus stanno penalizzando lʼoperatività delle aziende”. E ancora sono da valutare gli effetti dellʼecotassa, che colpirà le auto grandi e potenti con emissioni superiori ai 160 g/km di CO2. Come uscirne? Gli addetti ai lavori si aspettano un piano dʼincentivi generalizzato e non centrato su poche migliaia di vetture, strada obbligata se si vuole ottenere un ricambio del parco circolante italiano. Anche perché molti comuni stanno prendendo decisioni in tal senso, proibendo alle auto con vecchi standard sulle emissioni di circolare in città.
In questo frangente, a pagarne le conseguenze sono tutti. A cominciare dal gruppo FCA, che conferma la sua leadership in Italia ma chiudendo a marzo con 48.052 auto vendute, -19,3% sullo stesso mese del 2018 e con una quota mercato scesa di tre punti: dal 27,8% al 24,8%. Nei primi tre mesi del 2019 le immatricolazioni FCA sono state 132.109, il 16,6% in meno dellʼanno scorso. Alcuni segnali sono però positivi: la Ypsilon vola, con +35% di vendite nel trimestre e leader del segmento B (che peccato le sorti di Lancia, destinate a esaurirsi…); Jeep sale del 3% nei tre mesi ed è il brand leader tra i Suv; Panda resta la best-seller del segmento A e Alfa Romeo Stelvio domina nella sua categoria.