Multe e punti persi non dissuadono abbastanza
© dal-web
Via lo smartphone per un mese a chi, per colpa di questo, causa un incidente stradale con morti e feriti. È la proposta ‒ drastica ma non per questo choc ‒ che fa lʼAsaps, lʼassociazione amici della Polizia stradale, per fronteggiare lʼemergenza dellʼincidentalità in aumento a causa della voglia irrefrenabile di essere connessi col mondo 24 ore su 24.
Per un decennio abbondante abbiamo osservato il lento, ma inesorabile, calo delle vittime della strada. Nel nostro Paese, oggi, circa 3.500 persone perdono la vita ogni anno in incidenti stradali ma allʼinizio degli anni 2000 erano il doppio. Da un anno però la tendenza si è arrestata, anzi invertita, e la causa è principalmente degli smartphone, ritenuti responsabili del 27% dei sinistri sulle nostre strade. Secondo lʼIstat, nel 2017 sono stati 35 mila su un totale di 223 mila gli incidenti provocati dall’uso dello smartphone. Da qui la proposta di sequestrare per un mese il cellulare (o il tablet) di chi, al volante, è riconosciuto responsabile di omicidio stradale o di lesioni.
Lo stesso ministro dei Trasporti Toninelli, a inizio estate, era stato chiaro: bisogna aumentare le sanzioni a chi guida lasciandosi distrarre dallo smartphone. Chiedeva il ritiro della patente come massimo della pena, che ora invece non è prevista. La sanzione prevista dal Codice della Strada va da 161 a 646 euro di multa, più la perdita di 5 punti sulla patente. Solo in caso di recidiva entro due anni scatta la sospensione della patente da uno a tre mesi. “Le multe e la perdita dei punti non spaventano ‒ dice Giordano Biserni, fondatore di Asaps ‒. Proponiamo il sequestro per un mese del cellulare”. A mali estremi, estremi rimedi, ma scoraggerà i patiti del whatsapp cui rispondere sempre e ovunque, anche quando (ammettiamolo!) non serve?