Il best-seller del brand Dacia si rinnova
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Dacia Duster è uno di quei casi di tale successo (due milioni di unità vendute nel mondo) da rendere difficile il lavoro dei progettisti per rinnovarlo
Dacia Duster è uno di quei casi di tale successo ‒ 250 mila unità vendute in Italia, oltre due milioni nel mondo ‒ da rendere difficile il lavoro dei progettisti per rinnovarlo. Pertanto certe qualità non vanno toccate, ma lʼupgrade dei sistemi digitali di bordo è necessario, come anche lʼaggiornamento tecnico. Cʼè un desiderio di veicoli outdoor maggiore (sarà il post-covid), e così ecco che sul Duster 150 CV benzina compare adesso il cambio automatico a doppia frizione EDC, mentre sul diesel 115 CV spunta la trazione 4x4 in opzione.
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Tgcom24 è andata a Parigi a provare la nuova Duster, proprio in queste due ultime versioni, testandolo anche su percorsi ad hoc per lasciar esprimere al meglio le doti outdoor del modello best-seller di casa Dacia. Ma partiamo dal design esterno, poco toccato allʼapparenza ma in realtà con vari e minuziosi interventi per dargli un tocco di freschezza in più. La calandra è nuova, più metallica, e si estende fra i nuovi gruppi ottici full Led che si caratterizzano per la firma luminosa Y-shape. Anche i gruppi ottici posteriori sono di nuovo disegno e la personalità della coda si evince pure dal nuovo spoiler, ma soprattutto si è lavorato sullʼaerodinamica, per ridurre le emissioni di CO2 e i consumi. Tutte le versioni di Duster sono oggi Euro 6D Full.
Il plus è nellʼassetto, alto da terra 217 mm (214 mm la 4x4) e così il Suv è in grado di superare angoli di attacco di 30 gradi, dossi di 21 e angoli di uscita di 33/34 gradi, sia se si ha a disposizione la trazione anteriore che le quattro ruote motrici. Allʼinterno Duster cambia ancora di più: la consolle centrale rialzata accoglie lʼinedito touchscreen da 8 pollici, che ha pure un bel Media Nav facile e intuitivo. Cʼè il bracciolo centrale scorrevole, i comandi al volante sono retroilluminati e sono state aggiunte due prese USB nella parte posteriore dell’abitacolo, più una seconda presa USB anteriore. Tra gli ADAS ecco il sensore di angolo cieco, lʼassistente al parcheggio e, ma solo sulla 4x4, il controllo adattivo della velocità in discesa.
Le motorizzazioni che abbiamo provato sono generose, 150 CV il turbo benzina e 115 il 4x4 diesel sono potenze di tutto rispetto, ma con la pioggia scrosciante che ci ha accolto nella Ville Lumiere non abbiamo potuto scoprire tutta la loro verve. Anzi la visibilità scarsa e il riflesso pavloviano che cʼinduce a rallentare a ogni colpo di pioggia sul parabrezza… beh, il test drive si è tramutato in una prova di resistenza in condizioni estreme. E qui Duster ha rivelato tutta la sua robustezza e affidabilità: un veicolo solido, prima scelta azzeccata e intelligente per una famiglia sportiva e che guarda al concreto.
Cenno di merito va invece alla trasmissione EDC a 6 rapporti, il doppia frizione usato in casa Renault che debutta sul TCe 150 CV benzina. In pratica una frizione sʼinserisce per le marce dispari e la seconda per le pari più la retromarcia, così che gli attuatori elettrici selezionano il rapporto giusto in base alle sollecitazioni del guidatore, prevenendo lʼinnesto e rendendo il cambio marce più veloce e la trasmissione della coppia continua, senza strappi, più efficiente.
Una cosa va detta sulle motorizzazioni: la più richiesta dagli italiani è la bifuel benzina/GPL ECO-G 100: cambio manuale a 6 marce, trazione anteriore, consumi contenuti. In più cʼè che Dacia ha aumentato la capacità del serbatoio per il gpl del 50%, che consente di arrivare a 1.235 chilometri di autonomia con entrambi i serbatoi. Come sempre imbattibile il rapporto qualità/prezzo di Dacia Duster, il cui listino parte da 12.950 euro (versione Access 90 CV benzina). Le nostre TCe 150 CV EDC 4x2 e Diesel 115 CV 4x4, entrambe in allestimento Prestige, costano rispettivamente 22.150 e 21.600 euro.