Opel Astra, sesta generazione: una vera rivoluzione nel brand del "Fulmine", che dal 2017 fa parte del gruppo Stellantis
© #Fabrizio Filippone
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In prova a Tgcom24 l'ultima versione di Opel Astra, che proprio come un "lampo" innesca un uragano di novità per il marchio tedesco. Un restyling filante e moderno per una berlina oggi in salsa coupé, che condivide la piattaforma EMP2 con la Peugeot 308, ma che per molti aspetti richiama la gloriosa Opel Manta, storica sportiva anni '70
di Fabrizio Filippone© #Fabrizio Filippone
La versione in prova - Tgcom24 ha messo alla prova la 1.6 PHEV GS AT8, una Plug-in Hybrid, spinta da un turbo-benzina da 1,6 litri e da un propulsore elettrico, per una potenza complessiva di sistema di 180cv, capaci di fermare il cronometro a 7,6 secondi sullo 0-100, per una velocità massima di ben 225 km/h. La batteria di 12,4 kWh - ricaricabile in poco meno di 5 ore nel box di casa - può raggiungere un'autonomia in solo elettrico e a emissioni zero di oltre 50 km.
Un successo senza tempo - Sono quasi 15 milioni i modelli di Astra che Opel ha venduto dal 1991, quando è stata presentata come versione successiva di Kadett. Oltre trent’anni dopo, il modello della classe delle compatte non è mai stata così attuale. La sesta generazione si presenta come una cinque porte sportiva con la sagoma di un coupé, ancora più spaziosa rispetto al modello precedente. Astra ha debuttato con la versione più recente dell’illuminazione adattiva IntelliLux, un sistema che deriva direttamente dall’ammiraglia del Fulmine, la Insignia, e con i suoi 168 elementi Led, rappresenta una caratteristica di rilievo nella classe media e delle compatte.
Misure riviste - 4,37 x 1,86 x 1,40 queste le misure da vera sportiva, con una capienza del bagagliaio che comunque non scende sotto i 422 litri. Sportiva ma anche comoda, perché gli ingegneri tedeschi abbassando di 15mm il tetto, di 12mm il sedile di guida e allungando il passo tra i due assi (anche per infilarci tutto ciò che serve per l'unità elettrica), hanno saputo conferire all'Astra il comfort necessario anche per i lunghi trasferimenti in autostrada, senza perdere in sportività e piacere di guida.
© #Fabrizio Filippone
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Quella "Manta" di tanti anni fa... - La nuova Astra è una Opel di razza e si vede. Il frontale riprende un po' quello della riuscitissima Mokka ma quella intrigante linea curva sul cofano rimanda indietro nel tempo, al passato glorioso della mitica Opel Manta, che ha segnato il gusto per la guida sportiva nei formidabilii anni Settanta. Belli e moderni anche gli interni, a partire dall'infotainment che se la gioca sullo stiloso Pure Panel multimediale e interamente digitale (spariscono tutte le spie analogiche), con due schermi affiancati da 10', peccato per quell'unica bocchetta del condizionatore, integrata nel cockpit centrale, che risulta forse insufficiente e soprattutto un po' difficile da orientare.
Velocità e controllo - Già l'Astra del nostro test drive, con i suoi 180 cv, è capace di regalare sensazioni davvero uniche, ma per chi non si accontenta c'è anche la versione 165 kW/225 CV e una coppia massima di ben 360 Nm, con lo stesso agile cambio automatico a 8 rapporti. I valori di partenza da veicolo fermo, accelerazione e velocità sono al top di gamma, come l’eccezionale stabilità e controllo direzionale in curva, in fase di frenata e a velocità elevate in autostrada. Ottimi gli Adas di livello2, con un mantenimento di corsia mai troppo invasivo (che abbiamo molto apprezzato), quattro le telecamere disponibili (due sul parabrezza e due laterali), per una visione a 360 gradi e una completa assistenza in fase di parcheggio e di manovra. Comodi e utili l'head-up display e il pratico sistema di riconoscimento dei segnali stradali.
Mano al portafoglio - I prezzi. Si va dai 27.400 euro per la 1.2 Turbo 110 CV Edition a benzina, agli oltre 48mila della 1.6 PHEV 225 CV GSe AT8. Per la 1.6 PHEV GS AT8 da 180 CV della nostra prova, invece, ne "bastano" 42.550 ma il test su strada ha fugato ogni dubbio: per vivacità e agilità, la nuova Astra ha veramente poco da invidiare alle competitors del suo segmento. Dopo sei generazioni la Saetta nel cerchio è ancora protagonista dei sogni di chi ama la guida sportiva, come per migliaia di giovani che negli anni Settanta sognavano di mettersi al volante della mitica Manta.