Crossover metropolitani

Test romano per Renault Captur

Dal pianale della Clio nasce un piccolo Suv

12 Ago 2013 - 10:18
 © Ufficio stampa

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Sembra proprio che al Suv non si possa rinunciare. Sono intorno a noi, in montagna ma pure in città, e ne arrivano sempre di più, di tutte le marche e da ogni Paese. E allora, devono aver pensato alla Renault, se il mercato vuole i Suv, allora diamoglieli. E per gli automobilisti metropolitani che non altro uso dell’auto fanno se non andare in ufficio e tornare a casa, prepariamo un bel crossover di segmento B.

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Ecco spiegato Captur, un piccolo Suv che nasce dal pianale della nuova Clio, è spazioso come questa, ma è più versatile e il design cambia (ma le citazioni sono evidenti). Nella bella livrea bicolore bianco e rossa – sulle 18 carrozzerie bicolore – con cui l’abbiamo testato sulle strade romane, Renault Captur è bel segno di distinzione per le troppo convenzionali auto cittadine. Tetto bianco e carrozzeria rossa, un contrasto come le carrozzerie che Captur mette a contrasto: compatta 5 porte e Suv, con assetto alto da terra, le carreggiate larghe e i parafanghi robusti. Un compromesso riuscito, che rafforza l’immagine di Renault tra i grandi innovatori dell’automobile in quest’inizio di XXI secolo.

Lungo soltanto 4,12 metri, il baby Suv francese ha un frontale molto espressivo, con una calandra gentile nelle linee e ben incastonata nei gruppi ottici con luci diurne a LED. La somiglianza con la nuova Clio c’è e la cosa non dispiace, ma le fiancate scolpite segnano la differenza e completano il look da urban Suv di Captur. Grande il vano bagagli, che grazie al sedile posteriore scorrevole propone fino a 455 litri di capacità con 5 persone all’interno. Valori degni di una segmento C e non delle più piccole. Sul fronte della qualità c’è un altro dato, recentissimo, che parla da solo: la conquista delle 5 stelle EuroNCAP per la sicurezza.

Molto stabile, preciso negli inserimenti in curva, con un bel senso di padronanza che deriva dai 10 cm di maggior altezza della posizione di guida rispetto alla Clio, Captur “cattura” gli automobilisti quando si entra nell’abitacolo. L’ergonomia è più che buona, con un comfort che nasce nel momento in cui si inserisce la chiave elettronica e si schiaccia il pulsante Start, e prosegue poi col cassetto da 11 litri sulla plancia facilmente accessibile dal conducente. Climatizzatore soltanto manuale nel primo allestimento Wave, ma Cruise Control di serie per quest’auto che va vissuta al massimo: d’obbligo quindi spendere nell’infotainment, col tablet multimediale Renault R-Link sempre connesso e l’impianto radio-CD/MP3 con vivavoce Bluetooth e ingressi Aux ed Usb. Qualità e intelligenza dimostrano invece le sellerie “Zip Collection”, che sono sfoderabili e lavabili in lavatrice.

Il motore della Captur oggetto della nostra prova è un classico in casa Renault: il 3 cilindri turbo benzina da 90 CV. Piccolissima cilindrata, ma grandissima efficienza (Clio docet), con Start&Stop standard. Volendo c’è anche un turbo benzina da 120 CV, più prestante e raffinato col suo cambio a doppia frizione EDC. La “nostra” versione era comunque ben accompagnata da dotazioni importanti come l’ESP, il sistema di frenata d’emergenza, l’assistente alle partenze in salita e il sistema antiribaltamento. Il tutto a un prezzo niente male di 16 mila euro. Ma la gamma, coi suoi tre livelli di equipaggiamento e due proposte turbodiesel, arriva anche a 21.500 Euro.

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