La prova a Balocco

Alfa 4C, la grande bellezza!

Il ritorno di una coupé sportiva italiana

26 Ott 2013 - 09:33
 © Ufficio stampa

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Balocco, la storica pista di prove piemontese di Fiat. In scena c’è la Alfa 4C, la coupé due posti che è la vera, grande “novità” Alfa Romeo dell’ultimo decennio. L’auto che riporterà la marca di Arese sul mercato Usa e, per questo, deve avere la giusta personalità e la giusta dose di sportività per reggere almeno il confronto con la Duetto Spider, l’Alfa che più è rimasta negli occhi degli americani.

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Si entra in auto e l’impressione immediata è che i concetti di base – personalità e sportività – siano stati rispettati. Lo scatto alla partenza è da brividi: la 4C schizza via talmente rapida che mozza il respiro; l’assetto è così basso che rasenta l’asfalto e il volante sembra bruciarsi tra le mani; arriva la prima curva e la frenata è dolce, perfetta, quando si esce verso sinistra ci aspettiamo che scodi (la trazione è posteriore) e invece sembra riprendere la traiettoria da sola; la ripresa è notevole, appena un pizzico meno straripante dell’accelerazione, ma comunque notevole. L’Alfa 4C è davvero una bellezza!

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Perche gli ingegneri Alfa Romeo l’hanno pensata come una sportiva verace, col baricentro molto basso, la distribuzione dei pesi che privilegia il retrotreno (60%) e soprattutto la leggerezza super. È questa che infonde una dinamicità inusitata ed è qui la vera sfida: la 4C è l’Alfa Romeo più leggera mai costruita, meno di 9 quintali. Ha la monoscocca in fibra di carbonio e in alcuni frangenti, sulla pista di Balocco, sembra abbia voglia di librarsi in aria. Il rapporto peso-potenza di 4 kg/CV e la potenza specifica di 137 CV per litro di cilindrata – ci spiegano – sono due valori stratosferici ed esaltano in modo esponenziale il motore da 240 CV, un turbo benzina tutto sommato di media cilindrata, 1.750 cc. Sullo 0-100 la 4C impiega 4,5 secondi!

Questa è la nuova Alfa 4C, il sogno di una supercar possibile, contenuta nelle forme (4 metri di lunghezza) e anche nei costi di esercizio. Persino facile da guidare, perché quando diciamo che riprende la traiettoria da sola, in uscita di curva, diciamo che ha uno sterzo sofisticato e molto preciso, che asseconda il guidatore anche nelle scelte più ardite. Un po’ però bisogna abituarsi a questo volante tipicamente sportivo, che ha i bilancieri del cambio TCT piuttosto piccoli e poco aiuta il fatto che sia sagomato in pelle. Un cambio a doppia frizione con cambiate rapide e precise e ben abbinato alla modalità di marcia Race con cui abbiamo girato a Balocco. È qui che entra in funzione il Launch Control e quegli scatti da brivido in accelerazione.

La strada però è un’altra cosa e le tre ordinarie modalità Natural, All-Weather e Dynamic – azionabili col selettore DNA Alfa Romeo – coniugano la sicurezza col giusto brio. Anche perché la Alfa 4C non viene mai meno al suo carattere, il volante privo di servosterzo sta lì a dimostrarlo. Anche questa scelta è prettamente sportiva, e a scanso di equivoci, per non far passare il messaggio di un’auto priva dei fondamentali di sicurezza, va detto che la coupé ha il controllo elettronico di stabilità VDC, l’antislittamento ASR, gli pneumatici sportivi larghi e a sezione differenziata, il sistema di trazione Q2, tutti elementi che favoriscono l’aderenza in ogni condizione di marcia.

Uno sguardo al look, che denota subito due caratteristiche: la 4C è compatta ed è bassa come le coupé di un tempo. La calandra e tutto il frontale citano la storia Alfa Romeo in ogni millimetro, mentre poderoso appare il cofano. L’abitacolo esprime gli stessi concetti di leggerezza e sportività della carrozzeria: la plancia è orientata verso il guidatore e l’effetto carbonio domina anche gli inserti. Il sedile è più comodo di quanto ci si attenderebbe al primo sguardo, ma le sensazioni di guida sportiva si avvertono subito – sound del motore, velocità, asfalto su cui sembriamo seduti – e questo aumenta il livello di attenzione a scapito del comfort. Ma la bellezza si fa pagare, questa Alfa 4C neanche tantissimo: 53 mila euro, chiavi in mano.

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