Suzuki Ignis, la principessina un po' "elettrica" del Sol levante
© Ufficio stampa
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Arriva dal Sol levante il mini-suv che in Italia insidia il predominio della panda 4x4. L'abbiamo provata nella versione Mild Hybrid, un elettrico leggero che riduce i consumi e se la cava bene anche nell'off-road
di Fabrizio Filippone
Qualcuno la chiama il "Jimnyno", per quel suo modo di ammiccare spavaldo a chi ama l'offroad ma vuole tutto in tre metri e 70. Senza rinunciare agli artigli, al piglio da dura e all'elettronica che ormai abbonda anche nel fuoristrada puro. E poi perché la Ignis, come la sorellona maggiore Jimny, che detta legge da quasi cinquant'anni quando la strada finisce, è un brand consolidato di mamma Suzuki, un marchio che quando si parla di trazione integrale la sa veramente lunga, avendo sviluppato il suo primo modello 4x4 - il Jimny Lj10 - nel lontano 1970
Giapponesina tutto pepe - O la ami o la odi subito, per quel suo outfit originale, unico, soprattutto se ti volta le spalle... Tre metri e settanta, appunto, un crossover ultracompatto decisamente fuori dagli schemi, che ha tutto ciò che si può desiderare per coccolarvi in città, accontentarvi in autostrada e farvi divertire fornendo la migliore soluzione ad ogni esigenza, grazie al sistema all grip control, per una guida piacevole e sicura su tutte le superfici. Nell'uso quotidiano in città o in condizioni di scarsa aderenza, su strade scivolose o innevate. Ma adesso la Suzuki Ignis, oltre che 4x4 si può avere anche "mezza elettrica" un Mild Hybrid by Suzuki in grado di contenere i consumi e garantire una generosa spinta in più e il giusto brio nelle ripartenze, grazie al piccolo ma proporzionato motore elettrico che "collabora" con quello termico e che fa anche da starter, prendendo spunto da una batteria agli ioni di litio ad elevata capacità, nascosta sotto il sedile del guidatore.
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Viaggiare sicuri - Due motorizzazioni, due trasmissioni e due sistemi di trazione (2WD e 4WD) e rispetto al modello precedente anche gli interni sono cambiati totalmente. Molto spaziosi, nonostante i soli 370 centimetri di lunghezza, e molto curati. La versione i-Top che abbiamo provato noi ha già praticamente tutto di serie: dal “clima” automatico al navigatore, senza rinunciare al cruise control e al descent hill, al keyless per accedere e avviare il motore “senza chiave”, alle interfacce Apple CarPlay e Android Auto e i fari full led. Ma la vera rivoluzione rispetto alla progenitrice sono i più aggiornati sistemi di sicurezza, come "l'attento frena", la frenata automatica d’emergenza (AEB) con funzione anti-investimento dei pedoni, il "guida dritto", che segnala eventuali sbandamenti o uscite di corsia e il "resta sveglio", contro eventuali colpi di sonno o cali di attenzione del guidatore. Il tutto costantemente controllato da due occhi elettronici, due telecamerine montate in cima al parabrezza che agiscono come occhi umani, senza perdere di vista la strada nemmeno per un secondo, rilevando i veicoli che precedono, i pedoni e le corsie di marcia.
Questione di confort - Giunto viscoso, ponte posteriore rigido, 180mm di altezza da terra e trazione all grip made in Suzuki non lasciano spazio a dubbi sull'indole "arrampicatrice" della nuova Ignis. Ma i giapponesi, si sa, amano anche il confort e i dettagli. Per questo dentro la Ignis non manca un infotainment di tutto rispetto, navigatore con display touch multimediale da da 7 pollici, radio digitale (Dab), specchietti esterni regolabili elettricamente, sedili anteriori riscaldabili, comandi vocali, vetri elettrici anteriori e posteriori e tanta vivacità, colore e design. Generososo lo spazio per la spesa, con il divano posteriore sdoppiabile e scorrevole che fa aumentare il vano di carico del baule posteriore fino a 514 litri. Correlati preferiti soprattutto dai più giovani e dalle donne. Insomma, per qualità, affidabilità, praticità e fascino, la piccola giapponesina non ha paura di sfidare la Panda, regina fino a oggi incontrastata nel mondo delle citycar e dei mini-suv.
Quale scegliere - Con la versione i-Top della Ignis abbiamo percorso circa 1500 chilometri, apprezzando il confort, la manegevolezza e le qualità offroad. Parca nei consumi, ci ha convinti anche per le prestazioni di tutto rispetto con un quattro cilindri aspirato da 90cv, 1242cc e 120 Nm di coppia. Peccato per i freni a tamburo posteriori anche se il pedale diventa comunque molto efficace da metà corsa. Peccato per quelle sospensioni posteriori forse necessariamente troppo rigide e per una certa rumorosità di rotolamento delle gomme in autostrada. "Difettucci" migliorabili ma certamente perdonabili per una piccola utilitaria che non consuma molto e all'occorrenza si traveste da fuoristrada puro e ci porta davvero dappertutto. Insomma, la piccola giapponesina ammalia e convince. I costi vanno dai 14mila euro circa dell 1.2 iCool 2WD ai quasi 18.500 dell 1.2 Hybrid Top 4WD. E con 1800 euro in più si può avere anche con il Gpl. La sfida a Miss Panda è lanciata. Poi, come sempre, è questione di gusto. E di portafoglio...