Crisci (Unrae): “Gli annunci e la conseguente aspettativa degli incentivi stanno di fatto paralizzando il mercato”
“La situazione del mercato auto italiano è disastrosa”. A dirlo è il direttore del Centro Studi Promotor Gian Primo Quagliano. Tutta colpa del ritardo nellʼattuazione degli incentivi statali, sperando che questa sia la settimana buona per il loro varo definitivo. E il presidente dellʼUnrae Michele Crisci (nonché presidente di Volvo Italia) rincara la dose: “Gli annunci e la conseguente aspettativa degli incentivi stanno di fatto paralizzando il mercato”.
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Numeri alla mano, hanno ragioni da vendere gli attori del settore automotive in Italia. A marzo sono state immatricolate 119.497 auto, il 29,7% in meno su marzo 2021, e nel primo trimestre dellʼanno le immatricolazioni sono state in tutto 338.258, il 24,37% in meno dello stesso periodo 2021. Ancora peggio il raffronto con marzo 2019, lʼultimo anno pre-pandemia, rispetto al quale il mercato si è contratto del 38,5%, -37% riferendosi al trimestre. Il 2019 si chiuse con quasi due milioni di auto immatricolate (1.916.951), questʼanno agli andamenti attuali si arriverà a 1,1/1,2 milioni, in pratica si ritorna ai volumi del 1967.
Che fare? Semplice per lʼUnrae: attivare le nuove agevolazioni statali il prima possibile; non escludere le aziende dagli incentivi (previsti soltanto per le società di sharing); ottimizzare la detraibilità IVA delle auto aziendali, allineandosi agli altri Paesi europei. Crisci ribadisce la necessità di estendere i tempi di consegna dei veicoli prenotati o già acquistati: “il prolungamento a 360 giorni dei termini di consegna è un provvedimento indispensabile per ovviare ai problemi delle catene di fornitura internazionali, aggravati dal conflitto in Ucraina, che costringono le Case automobilistiche a rallentare la produzione e ritardare le consegne. È necessario inoltre non escludere dai sostegni allʼacquisto nessuno dei soggetti interessati, comprendendo quindi oltre alle persone fisiche anche le persone giuridiche e non imporre tetti di prezzo ribassati rispetto agli incentivi precedenti, che avevano dimostrato tutta la loro efficacia”.
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Modulare la detraibilità IVA è essenziale per lʼUnrae, che suggerisce come per le auto in uso promiscuo lʼattuale detraibilità al 40% salga al 100% per le vetture elettriche (fino a 20 g/km di CO2), allʼ80% per i veicoli 21-60 g/km (le Phev, ibride plug-in) e al 50% per la fascia 61-135 g/km. L’Unrae calcola inoltre la mancanza di oltre 50 mila vetture da immatricolare ma acquistate con gli incentivi 2021: 16.000 della fascia 0-20 g/km di CO2, 10.000 della fascia 21-60 g/km e 30.000 in quella da 61 a 135 g/km di CO2. Una situazione che ha favorito il mercato dellʼusato, nel primo trimestre ci sono stati 1.205.939 passaggi di proprietà, il 34,9% in più dello stesso periodo 2021.
In questa situazione salta anche ogni discorso sulla transizione energetica. Un dato spicca su tutti: a marzo 2022 le emissioni medie di CO2 delle auto immatricolate si attestano sui 118,6 g/km, ma a dicembre 2021 si era a 113,9 g/km. Le auto elettriche (Bev) hanno una quota del 3,3% nelle immatricolazioni del primo trimestre 2022, le ibride ricaricabili (Phev) del 5%, in pratica non crescono, nonostante il tracollo di quelle a benzina (27% di quota) e diesel (20,8%). In calo anche mild e full hybrid, al 23,3 e 9,2%. Si salva solo il gpl, che cresce allʼ8,9% di quota, mentre il metano scende allʼ1,2% per le vendite crollate del 70% (il prezzo è raddoppiato in un anno!).