Cambiano le strategie dopo il dieselgate
Sui conti Volkswagen il dieselgate non ha lasciato strascichi, ma sulle strategie sì. Lo scandalo delle emissioni taroccate con un malware informatico ha portato sanzioni pesanti in Usa (oltre 15 miliardi di dollari), ma il colosso tedesco ha continuato a macinare fatturati e profitti. I manager di Wolfsburg, però, hanno compreso che il gasolio per autotrazione ha gli anni contati e ha deciso perciò di puntare sullʼalimentazione elettrica.
Al Salone di Ginevra il gruppo Volkswagen ha annunciato investimenti per 34 miliardi di dollari nei prossimi 5 anni e la trazione ibrida elettrica o Full Electric assorbirà molte di queste risorse. Merito dei 3,3 miliardi di euro di utili netti registrati nel 2017, quasi il doppio del 2016 (1,9 miliardi). Il risultato è stato possibile anche perché i due terzi delle spese sostenute per coprire i danni del dieselgate (6,4 miliardi) sono stati iscritti a bilancio nel 2016, e soltanto un terzo nel 2017. “Sappiamo di essere responsabili per il dibattito sul diesel ‒ ha spiegato il numero uno VW Matthias Mueller ‒ e sia come imprese che come comparto dobbiamo essere parte della soluzione”.
La risposta sta nellʼalimentazione elettrica, che garantisce emissioni zero o quasi. Certo sorgeranno altri problemi ecologici, come lo smaltimento delle batterie e lʼimpatto ambientale degli impianti produttivi, ma la strada è intrapresa. Il gruppo Volkswagen ha messo a punto la “Roadmap E” per passare gradualmente a questo tipo di veicoli e per fa ciò costruirà 16 nuove fabbriche per auto elettriche in tutto il mondo entro il 2022. Lʼobiettivo è di lanciare 80 nuovi modelli elettrici, compresi i marchi Audi, Seat e Skoda, entro il 2025.