Il talk “Un domani sostenibile: viaggio verso una longevità consapevole”organizzato da Banca Mediolanum racconta un cambiamento lento, ma inarrestabile: vivremo più e lungo, se meglio dipende da scelte e abitudini consapevoli
La longevità non è un mito e nemmeno qualcosa che abbia a che fare con segreti o pozioni magiche. La longevità è la buona notizia del nostro tempo, è un tema che interessa tutti. Per affrontare questo regalo ci vogliono conoscenza, curiosità, metodo e attenzione. Sono questi gli spunti emersi al talk “Un domani sostenibile: viaggio verso una longevità consapevole”, organizzato da Banca Mediolanum e svoltosi al Mudec di Milano il 25 marzo 2025.
La longevità, dunque, è una sfida e un’opportunità, ma anche una responsabilità che ricade sul futuro di ognuno di noi. Fino adesso si è parlato di terza età, ma con la longevità si apre un nuovo capitolo, quello della quarta età. È essenziale capire come il benessere di oggi sia la chiave per la longevità di domani. E per comprendere al meglio strategie e strumenti per vivere più a lungo e meglio, con un approccio equilibrato e sostenibile, serve il contributo di professionisti competenti che ci aiutino a imboccare le strade giuste, evitando di commettere errori.
Per questo al talk di Banca Mediolanum, condotto dal divulgatore scientifico Roberto Giacobbo, hanno partecipato Stefano Volpato, Direttore Commerciale di Banca Mediolanum e Filippo Ongaro, medico e Lifestyle & Longevity coach. Con un videocontributo di Erica Francesca Poli, Psichiatra, psicoterapeuta e perito forense. Tre professionisti che rappresentano tre ambiti fondamentali, perché i principali pilastri del benessere sono quello finanziario, fisico e mentale.
Benessere finanziario, fisico e mentale devono essere collegati tra loro, camminando di pari passo in maniera univoca. E non occorrono rivoluzioni ma la capacità di imparare a gestire qualcosa di nuovo. L’aspettativa di vita è aumentata mediamente di 20 anni, la terza età è diventata la quarta ed è divenuta soprattutto una fase molto più attiva e dinamica per tutti.
Secondo l’Istat, nel 2040 la popolazione italiana over 65 rappresenterà il 37,2% del totale (contro l’attuale 27,1%). Parliamo di 22 milioni di persone a fronte di una denatalità che ogni anno archivia record negativi. Per questo serve imparare a riconoscere e conoscere questo fenomeno bifronte prima che si manifesti, per gestire oggi dinamiche che domani potrebbero minare la propria serenità. Uno dei primi impatti sulle nostre vite si riscontrerà sul welfare sanitario. Perché il diritto alla cura è sacrosanto ma la responsabilità verso la salute è qualcosa che ognuno di noi deve sviluppare.
“Per comprendere la portata della longevità occorre partire dal titolo del talk: Un domani sostenibile. Cosa vuol dire? Uguale ad oggi o meglio di oggi”, incalza Stefano Volpato, Direttore Commerciale di Banca Mediolanum. “Ma per raggiungere questa consapevolezza occorre superare i bias cognitivi che ci condizionano, ancorandoci a un presente continuo che ci impedisce di immaginare noi stessi proiettati nella quarta età. Questo limite ci preclude dall’occuparci di noi stessi quando saremo più fragili. È come se parlassimo di una persona terza da noi. Come se ci trovassimo smarriti in un labirinto. Per uscirne occorre una visione dall’alto che ci aiuti a mettere in fila le discontinuità con cui confronteremo, creando cultura, preparazione, che rispondono ad una responsabilità sociale. La posta in gioco è alta, riguarda la nostra indipendenza economica, ovvero autonomia, dignità e libertà durante gli anni regalati dalla longevità”, ha spiegato.
Avere una responsabilità significa anche essere disposti a modificare le abitudini. La vera sfida della longevità non è solamente allungare la vita ma spostare l’emergere di malattie, e incapacità di essere autonomi, il più avanti possibile, verso la parte finale della nostra vita. Non dobbiamo solo ambire a vivere di più ma in salute, coltivando una cultura della vita che ci consenta di goderne, anche attraverso piccole gratificazioni che fanno parte del prenderci cura di noi e occuparci del nostro benessere (senza concepirlo come una rinuncia o un sacrificio).
“La longevità è una sfida perché dobbiamo cambiare un po’ il modo in cui approcciamo il passare del tempo. L’obiettivo oggi non è tanto l’allungamento della vita, ma è quello di ritardare
l’emergere della malattia”, spiega Filippo Ongaro, medico e autore divulgativo. La medicina, infatti, sta diventando sempre più sofisticata nel curare patologie di cui purtroppo, aggiunge, “noi ci ammaliamo sempre di più. Ed è questa la tendenza che va interrotta: il punto di partenza è lavorare sulle scelte, le abitudini e gli stili di vita delle persone. Quindi su ciò che avviene nelle case delle persone, nella vita reale delle persone che devono imparare a mangiare meglio, fare più attività fisica, gestire in modo migliore i livelli di stress”.
Il problema oggi, dice ancora Filippo Ongaro (che è anche Lifestyle & Longevity Coach e che per oltre sette anni è stato medico d’equipaggio degli astronauti dell’Agenzia Spaziale), non è sapere cosa fare, ma saper trasformare questo sapere in delle pratiche quotidiane. Ed
è proprio lì che subentrano le vere difficoltà operative. Tutti sanno di dover mangiare bene, fare attività fisica e ridurre lo stress: tutti si ritrovano ad avere poco tempo o poca motivazione per farlo. Per questo l’obiettivo è “aiutare le persone un passettino piccolo alla volta a introdurre delle nuove abitudini nella vita quotidiana”. Secondo Filippo Ongaro, infatti, “la genetica individuale pesa un 20-30% su tutto questo, il resto è in realtà epigenetica, quindi sono fattori regolatori esterni, di cui lo stile di vita è l’elemento principale”.
La longevità, dunque, è un tema che riguarda ognuno di noi. Dobbiamo iniziare a lavorarci su, con piccoli cambiamenti quotidiani capaci di divenire abitudini positive per il nostro benessere. Un benessere mentale, fisico e finanziario.