Caviro, la più grande filiera vitivinicola italiana, valorizza il proprio legame con il territorio attraverso progetti sostenibili e circolari in quello che è diventato un modello unico da prendere a esempio
Ventisette cantine in 7 Regioni italiane, 11.650 soci, 37.300 ettari coltivati a vite, una produzione che arriva all’8,5% di quella dell’intero Paese - 600mila tonnellate l’anno – e un fatturato che nel 2022 ha raggiunto i 417 milioni di euro: sono i numeri del successo di Caviro, azienda cooperativa di secondo livello che, nata nel 1966 a Faenza, nel cuore dell’Emilia-Romagna, in mezzo secolo di storia è diventata una grande realtà. Arrivando a essere la più grande filiera vitivinicola italiana, senza però dimenticare le proprie origini, le proprie radici agricole e il legame con il territorio. Che si esprimono, oltre che nei prodotti d’eccellenza, anche nelle scelte in tema di sostenibilità.
Caviro ha infatti due anime che, pur essendo distinte e organizzate in modo autonomo, operano in sinergia all’interno di un modello di economia circolare unico e completo che parte dalla vigna e torna alla vigna. Se Caviro S.c.a. è la cooperativa agricola impegnata nelle sedi di Forlì e Savignano sul Panaro nella lavorazione, imbottigliamento e commercializzazione di vini, Caviro Extra, presso lo stabilimento di Faenza, ha invece la missione di valorizzare gli “scarti” delle filiere agroalimentari italiane.
A partire da quelli del Gruppo: i sottoprodotti come mosti, fecce, vinacce e reflui (circa 624mila tonnellate ogni anno), vengono infatti recuperati al 99,9% e trasformati in semilavorati e prodotti nobili (alcoli, estratti, mosti e anche acido tartarico nello stabilimento di Treviso) che costituiscono materia prima per aziende farmaceutiche, alimentari, chimiche, industriali. E, sotto forma di fertilizzanti, nelle stesse vigne con un processo che persegue i più alti standard di salvaguardia ambientale.
Gli scarti di produzione di Caviro vengono però utilizzati, riducendo in modo significativo l’impatto ambientale del gruppo, anche per la produzione di energia green e sostenibile attraverso Enomondo, società (gestita in compartecipazione tra Caviro Extra ed Herambiente) che produce energia elettrica rinnovabile dagli scarti di lavorazione dell’uva, dalle potature del territorio e da sovvalli. E che fornisce il 100% del fabbisogno energetico a tutti i siti del Gruppo Caviro.
L’impegno di Caviro in tema di sostenibilità non si esaurisce però con l’autoproduzione di energia green, ma si estende ad altri impianti innovativi realizzati negli ultimi anni da Caviro Extra. Nel 2019, ad esempio, è stato inaugurato un impianto per la produzione di biometano purissimo (l’anidride carbonica viene infatti separata, recuperata e purificata per il riutilizzo) a partire dalla fermentazione degli scarti della filiera agroalimentare. Il metano prodotto viene quindi immesso nella rete nazionale Snam oppure, in un perfetto esempio di circolarità a km 0, indirizzato all’impianto di bioLNG, dove il gas viene liquefatto e stoccato in cisterna, da cui viene prelevato e portato alle stazioni di rifornimento della zona per alimentare i veicoli pesanti di Caviro e di altre aziende.
Il digestato risultante dalla digestione anaerobica viene indirizzato ad un ulteriore impianto - inaugurato a giugno 2022 - utilizza questo residuo per produrre un fertilizzante naturale che viene poi impiegato nelle vigne, l’Acfa (acronimo che indica l’ammendando compostato da scarti della filiera agroalimentare). Mentre un impianto di teleriscaldamento a servizio delle utenze residenziali, artigianali e industriali vicine al sito di Faenza utilizza le biomasse (che sono una fonte rinnovabile) per fornire calore evitando l’utilizzo di metano fossile e riducendo così le emissioni.
Proprio in tema di emissioni, l’azienda è al lavoro per valutare il proprio carbon assessment su tutti i siti del Gruppo (il conteggio era già stato effettuato sul sito di Faenza) per poter definire la carbon footprint di Caviro e procedere all’attuazione delle successive strategie di decarbonizzazione attraverso il finanziamento di progetti certificati realizzati in Paesi svantaggiati. A questa tematica, sarà dedicata la quinta edizione del Bilancio di Sostenibilità, che sarà diffusa in primavera.
L’ultima edizione, la quarta, del Bilancio di Sostenibilità, ha intanto annunciato quali traguardi sono stati raggiunti dal gruppo (in particolare 9 dei 17 “goal” indicati dall’Agenda 2030 dell’Onu per lo Sviluppo sostenibile) e quali sono i nuovi obiettivi. Ma nel frattempo il gruppo Caviro ha ottenuto diversi premi e riconoscimenti che testimoniano gli sforzi compiuti in questa direzione: la Premio Sviluppo Sostenibile 2022 al Premio Impresa Ambiente, dall’European Award for Cooperative Innovation alla menzione di Index Future.