Trainata anche dagli incentivi, si fa strada una nuova consapevolezza sull’importanza dei luoghi in cui si vive e lavora. Una transizione di cui Distretti Ecologici si è fatta portavoce e promotrice verso l’obiettivo della sostenibilità
Se i rischi legati al riscaldamento globale e ai cambiamenti climatici hanno acceso l’attenzione sull’importanza della sostenibilità ambientale e della transizione ecologica, la pandemia prima e lo shock energetico poi hanno dato un’importante spinta a questi temi. E hanno posto sotto gli occhi di tutti un aspetto finora trascurato del nostro modo di vivere: non basta l’attenzione a ciò che mangiamo o a come ci vestiamo, non è sufficiente la sostenibilità nel modo in cui ci muoviamo, ma è fondamentale anche dove viviamo, qual è la qualità degli ambienti nei quali passiamo le nostre giornate
Proprio durante la pandemia la casa è tornata ad assumere un ruolo centrale nel quotidiano, e durante la ripartenza questa attenzione si è estesa anche agli uffici nei quali si passa una buona parte del nostro tempo. E così la bioedilizia ha visto una notevole crescita. “La casa – spiega Dino Passeri, direttore generale Distretti Ecologici, uno degli operatori leader nel settore della bioedilizia, dell’efficientamento energetico e delle rinnovabili – è tornata a essere il posto dove passiamo il nostro tempo di qualità, e finalmente siamo tornati a concentrarci sull'importanza della nostra abitazione. È cambiato il concetto: quando si arriva a casa ci si allontana dalla città e ci rifugia in luoghi che migliorano la nostra vita quotidiana”.
Ad aiutare questa nuova consapevolezza è stato anche il prezzo dei materiali di bioedilizia che, secondo Passeri, “si è molto livellato”, ma sicuramente sono stati importanti anche incentivi quali il Superbonus, che ha “aperto la strada a tanti cambiamenti importanti per i prossimi anni”. Proprio il 110%, con i lavori di riqualificazione e di efficientamento energetico, sono un altro settore nel quale Distretti Ecologici ha mostrato tutto il proprio know how. “Il 110% - spiega il dg dell’azienda – è una specie di collante tra le diverse aree d’intervento delle quali ci occupiamo: bioedilizia, energie rinnovabili, efficientamento energetico e riqualificazione sono tutti temi che si ritrovano nel Superbonus”. Che è stato il vero punto di svolta in quanto a sensibilizzazione sull’importanza della transizione ecologica e di quella energetica, ancor più dei singoli incentivi per l’efficientamento.
E Distretti Ecologici, nata nel 2018 come rete di imprese attive nell’ambito della sostenibilità e divenuta in breve tempo uno dei leader del settore in Italia, dell’importanza di questo momento di passaggio si è fatta da subito portavoce e promotrice, contribuendo largamente grazie alle proprie competenze e al proprio know how a far conoscere e a cogliere le opportunità nel cammino verso la transizione e a radicare quel cambiamento di mentalità necessario per centrare l’obiettivo.
Altrettanto importante è però che negli interventi edilizi – qualunque sia quello da portare a termine, che sia una nuova costruzione o una ristrutturazione, un intervento di efficientamento o di miglioramento – vengano interessati tutti gli attori coinvolti: chi in questi spazi ci vive e chi progetta e realizza l’intervento, ma anche il territorio e le amministrazioni locali. “In questo – chiarisce Passeri – una soluzione interessante è rappresentata dai partenariati pubblico-privato. Ciò perché la nostra Pubblica Amministrazione, per come si è evoluta, ha perso il know how soprattutto in temi importanti come quelli della transizione, dell'energia, delle rinnovabili. E pensare che le amministrazioni si possano dotare oggi di questo know how è impossibile: ci vorrebbe troppo tempo per recuperare. Il partenariato porta invece le conoscenze del privato accanto alle competenze del pubblico, così che si possono fare progetti che diventano subito operativi e fruibili”.