Per centrare gli obiettivi europei di carbon neutrality e quelli previsti dal PNRR, e per sviluppare l’infrastruttura in modo da rispondere alle nuove esigenze di spostamento e di trasporto, il Gruppo Ferrovie dello Stato Italiane sta già lavorando a un piano decennale nel quale ha un ruolo importante anche l’economia circolare
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Se da un lato, coerentemente con gli obiettivi europei e con quelli declinati dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, il Gruppo FS sta mettendo a punto un piano decennale (che sarà presentato a breve dall’ad Luigi Ferraris) che mira a potenziare l’infrastruttura ferroviaria per supportare il rilancio e la ripartenza del Paese, dall’altro la prospettiva a lungo termine di questi investimenti ha imposto anche riflessioni su due temi fondamentali: il rapporto fra il trasporto ferroviario e la mobilità del futuro, e quello con la transizione green.
Il PNRR parla infatti di investimenti per sviluppare le “infrastrutture per la mobilità sostenibile”: a questo capitolo è stato dedicato circa il 13% delle risorse assegnate all’Italia, coerentemente con l’obiettivo di transizione ambientale che porti all’obiettivo europeo di tagliare in modo consistente le emissioni del settore dei trasporti. L’UE si è infatti impegnata a raggiungere la carbon neutrality (definita anche come “impatto climatico zero”) entro il 2050, e per questo ha previsto che il settore dei trasporti subisca una profondissima trasformazione per ridurre del 90% le emissioni di gas a effetto serra. E in questo, nella mobilità del futuro disegnata da Bruxelles, il ruolo dell’infrastruttura ferroviaria diventa ancor più importante.
Il trasporto ferroviario, infatti, rappresenta il 6% di tutti gli spostamenti in Italia, ma produce solo lo 0,1% di emissioni del comparto: il treno è insomma il mezzo di trasporto con il minor impatto ambientale, e per questo avrà un ruolo di primo piano nella mobilità del futuro. Ma insieme a quello di migliorare e potenziare l’infrastruttura, obiettivo del Gruppo FS, spiega Fabrizio Favara, Chief Strategy Officer di Ferrovie dello Stato Italiane, è anche quello “di ridurre la dipendenza dai combustibili fossili e aumentare sostanzialmente l'utilizzo di fonti rinnovabili. È inoltre fondamentale puntare sempre di più sull’economia circolare, controllando le emissioni inquinanti e investendo in tecnologia”.
Nei cantieri gestiti dal Gruppo FS, chiarisce il Chief Strategy Officer, “i materiali impiegati provenienti da processi di riciclo sono oltre il 60%. I nostri treni di recente costruzione, grazie ai materiali innovativi utilizzati, sono più leggeri, efficienti dal punto di vista energetico, silenziosi e veloci. I Frecciarossa 1000, ad esempio, sono più leggeri dei precedenti (riducono di circa il 5% la massa per posto a sedere), sono costruiti con materiale innovativo, riciclabile al 94%, mentre i circa 600 nuovi treni regionali di ultima generazione, green e eco-sostenibili, arrivano fino al 97% di materiale riciclabile, oltre a ridurre i consumi di energia del 30% rispetto ai treni della generazione precedente”.
L’obiettivo di Ferrovie dello Stato Italiane, insomma, è quello di “rendere il trasporto su ferro sempre più sostenibile: ad oggi più dei due terzi dei quasi 17mila chilometri di rete ferroviaria in Italia sono elettrificati, e altri 1.800 km sono in corso di elettrificazione (700 chilometri lo saranno entro il 2026). E stiamo sperimentando anche soluzioni innovative come l’idrogeno, che può sostituire il diesel laddove l’elettrificazione dei binari non risulta conveniente”.
L’infrastruttura ferroviaria rappresenta lo strumento per rendere sostenibile la mobilità e abilitare la transizione ecologica: a questo specifico obiettivo il PNRR ha destinato, ricorda Favara “oltre 24 miliardi di euro da rendicontare entro il 2026, assegnati al Gruppo FS Italiane per rendere l’infrastruttura ferroviaria sempre più digitalizzata, resiliente ai cambiamenti climatici, integrata e interconnessa ai corridoi europei”.
Per realizzare la transizione della mobilità “è necessaria un’infrastruttura ferroviaria più accessibile e omogenea, sottolinea il Chief Strategy Officer di Ferrovie dello Stato Italiane, riducendo le distanze e il divario Nord-Sud, avvicinando l’Europa, rafforzando ed estendendo l’alta velocità ferroviaria nazionale, potenziando le connessioni diagonali e la rete ferroviaria regionale soprattutto al Sud”. E per questo “sono previsti e in corso importanti investimenti di potenziamento anche per i quattro Corridoi transeuropei TEN-T di trasporto passeggeri e merci che attraversano l’Italia, con interventi volti anche a potenziare i servizi di trasporto su ferro, per una rete più interconnessa con porti, interporti e terminal, secondo una logica intermodale”. In merito all’accessibilità, sono previsti, nell’ambito del PNRR, “700 milioni di euro per interventi strutturali su 54 stazioni al Sud”.
E ci sono anche i contratti di programma e di servizio, “che porteranno gli investimenti complessivi a superare i 10 miliardi di euro l’anno nei prossimi 10 anni”. Un grande sforzo di pianificazione, insomma, che il Gruppo FS dovrà affrontare di concerto con le istituzioni e gli stakeholder.