Il settore dell’edilizia oggi affronta diverse sfide: dalla sostenibilità, passando per l’innovazione tecnologica, fino alla necessità di nuove figure professionali qualificate
Con oltre 123mila imprese (di cui più di 65mila artigiane) che impiegano circa 500mila lavoratori (di cui 148mila artigiani) l’edilizia rappresenta un segmento importante del tessuto economico del nostro Paese. Un settore quello delle costruzioni che oggi si trova di fronte a nuove sfide: da quelle legate all’ambiente e alla sostenibilità, passando per l’evoluzione tecnologica, fino al problema del reperimento di manodopera.
Con il provvedimento “Casa green” l’Unione Europea ha messo a punto una direttiva sull’efficientamento energetico degli edifici residenziali per portarli, entro il 2050, a emissioni zero. Si tratta di una grande occasione nell’ottica della sostenibilità e, contemporaneamente, per sostenere la crescita economica e occupazionale.
Per Confartigianato per raggiungere l’obiettivo deve però essere ripensato il sistema degli incentivi nell’edilizia con una strategia strutturale di medio-lungo termine che scandisca l’impiego di risorse pubbliche aggiuntive rispetto alle dotazioni del PNRR e di REPowerUE. “Sono indispensabili investimenti pubblici per realizzare quanto previsto dalla direttiva - ha spiegato il presidente di Confartigianato, Marco Granelli - e le risorse dedicate devono poter essere considerate al di fuori dei vincoli di bilancio: dovrebbero far parte di un vero e proprio green recovery plan europeo”.
L’efficientamento energetico passa anche da nuove tecnologie e nuove materiali, che si traducono anche nella necessità di nuove competenze e in opportunità con la nascita di nuove figure professionali. Un chiaro esempio di come il sapere tradizionale, espresso dalle imprese dell’edilizia, si vada sempre più affiancando a modalità innovative per l’utilizzo di tecnologie e materiali sostenibili è la progettazione BIM (Building Information Modeling). Basata su modelli 3D intelligenti, la BIM fornisce ad architetti, ingegneri e professionisti delle costruzioni informazioni approfondite e strumenti per pianificare, progettare, costruire e gestire edifici e infrastrutture in modo più efficiente.
La necessità di nuove conoscenze si scontra però con la mancanza di personale qualificato. Una problematica che se è sentita in tanti settori dell’artigianato, lo è particolarmente in quello delle costruzioni, con il 69,9% di tecnici specializzati difficili da reperire. A fronte del costante impegno di tante piccole imprese che hanno reagito intensificando le collaborazioni con gli istituti tecnici e professionali, l’utilizzo di stage, tirocini, percorsi per le competenze trasversali e l’orientamento, serve, secondo Confartigianato, un’operazione politica e culturale. La scuola deve infatti avvicinarsi al mondo del lavoro, attraverso una riforma del sistema di orientamento scolastico che rilanci gli Istituti Professionali e gli Istituti Tecnici, investa sulle competenze a cominciare da quelle digitali e punti sull’alternanza scuola lavoro e sull’apprendistato duale e professionalizzante.
Proprio sul fronte formazione si inserisce il Mastro Formatore Artigiano, la figura introdotta nel contratto nazionale di lavoro dell’edilizia artigianato rinnovato a maggio 2022. Una novità che valorizza il ruolo dell’imprenditore edile artigiano nella formazione professionalizzante e obbligatoria dei propri lavoratori, nella trasmissione di competenze. Con la figura del Mastro Formatore Artigiano vengono potenziate la competenza e la professionalità acquisita in cantiere negli anni, unita ad un sistema premiale per le imprese virtuose. Si tratta di un riconoscimento importante perché “certifica” quanto avviene da sempre nelle piccole imprese e dimostra che non conta la dimensione dell’impresa ma la sua qualificazione, la sua capacità formativa.