© tgcom24
I piani individuali di risparmio, Pir, sono stati introdotti dalla legge di Bilancio 2017. Si tratta di una forma di investimento a medio termine, pensata per veicolare i risparmi verso le imprese italiane e, in particolare, verso le piccole e medie imprese. Ai risparmiatori viene garantita, se il programma viene mantenuto per 5 anni e se vengono soddisfatte altre condizioni, l’assenza di tassazione.
Le caratteristiche dei Pir
I Pir sono dei contenitori giuridici che possono assumere varie forme (fondi pir, conti titoli, gestioni patrimoniali) e contenere diversi prodotti finanziari (azioni, obbligazioni, Etf, depositi e conti correnti), purché vengano rispettate, nella composizione dei portafogli, le limitazioni previste dalla legge. È obbligatorio investire almeno il 70 per cento del capitale in aziende con sede in Italia; almeno il 30 per cento di questa quota deve essere investita in strumenti emessi da aziende che non sono quotate nell’indice Ftse Mib di Borsa Italiana e la quota investita su un singolo emittente non deve superare il 10 per cento del totale.
A chi è destinato l’investimento in Pir
I Pir sono destinati solo alle persone fisiche per gli investimenti effettuati fuori dall’esercizio di impresa. La soglia minima di investimento è di 500 euro mentre quella massima è di 30.000 euro annui. Non si possono stipulare Pir per le imprese o Pir per le aziende.
I vantaggi fiscali
Chi investe in Pir non paga il 26 per cento di imposta sul capital gain ma solo se l’investimento viene mantenuto per più di 5 anni. I Pir sono esenti dall’imposta di successione, agevolazione da sempre riservata solo ai titolari di debito pubblico e alle polizze vita.
I costi dei Pir
Prima di decidere di investire nei Pir è bene anche valutare i costi. I piani individuali di risparmio, infatti, presentano elevati costi di gestione, anomali rispetto ai fondi tradizionali, che possono assorbire con certezza parte del potenziale guadagno legato all’esenzione fiscale. Secondo le stime di Moneyfarm, basate sui dati ufficiali dei 56 principali prodotti Pir, il costo totale di gestione, con un’ipotesi di sovrarendimento del 5 per cento, è del 3,07 per cento su un investimento a tre anni e del 2,74 per cento a cinque anni. In conclusione, si può pensare di inserire dei Pir nel portafoglio, ma tenendo sempre presente la diversificazione sia nella scelta degli strumenti che geografica.
Scopri l’efficienza della gestione patrimoniale Moneyfarm