prepararsi al futuro

Gap Previdenziale, l’incognita che può mettere a rischio la serenità della pensione

Conoscere la differenza tra il proprio stipendio e la pensione è un elemento fondamentale per poter mettere in atto strategie di investimento che possano garantire una serenità finanziaria

04 Feb 2025 - 16:49
 © -afp

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Tempo per dedicarsi a sé e potersi tuffare nelle proprie passioni, lasciandosi dietro le spalle ansie e affanni della vita lavorativa. In una parola: pensione. Ma mentre ci immaginiamo questo futuro, nella mente di molti emerge prepotentemente una domanda: quanto? Una volta infatti raggiunti tutti i criteri per poter chiedere la pensione, a quanto ammonterà? Quale sarà la differenza rispetto allo stipendio percepito nel corso della propria carriera?

Sistema retributivo e sistema contributivo

 Fino al 1995 in Italia era in vigore il cosiddetto sistema retributivo che si basava principalmente sulla retribuzione media degli ultimi anni di carriera lavorativa. Un sistema molto generoso, ma anche molto gravoso per lo Stato e difficilmente sostenibile con l’aumento dell’aspettativa di vita e il costante calo della natalità. Si è così passati, al sistema contributivo, dove l’importo della pensione è calcolato in base all’ammontare dei contributi versati nell’arco della vita lavorativa.

Con il sistema contributivo, l’importo finale della pensione è calcolato moltiplicando i contributi accumulati per un coefficiente di trasformazione, che dipende dall’età al momento del pensionamento. Più tardi si va in pensione, maggiore sarà il coefficiente e quindi l'importo della pensione.

Il Gap Previdenziale

 Facile intuire quindi come l’ultimo stipendio incassato, sarà differente rispetto all’assegno pensionistico che verrà riconosciuto. Questa differenza, espressa in termini percentuali, è quello che viene definito Gap Previdenziale.

Il Gap Previdenziale è una realtà con cui è necessario fare i conti (è possibile calcolarlo qui): più alto sarà il divario, maggiore sarà infatti l’impatto sulla propria quotidianità ed abitudini. Diminuirlo, se non eliminarlo, significa mantenere lo stesso tenore di vita anche negli anni della pensione.

Simone Bini Smaghi, Vice Direttore Generale di Arca Fondi SGR, ci aiuta a entrare nell’ordine di grandezza del problema da affrontare: “Ormai è noto a tutti: a causa dell’invecchiamento della popolazione e della natalità, certificati costantemente dall’Istat, si andrà in pensione sempre più tardi e con importi più ridotti. Possiamo quantificare questo scarto: sappiamo, infatti, che il tasso di sostituzione della pensione rispetto all’ultimo reddito percepito sarà in costante diminuzione, nell’ordine del 18% cumulato per i dipendenti privati e del 14% circa per i lavoratori autonomi. Ecco perché, una volta in pensione, per mantenere un adeguato tenore di vita rispetto all’ultimo stipendio percepito sarà sempre più necessario costruire una propria posizione previdenziale complementare a quella pubblica”.

Come colmare il Gap Previdenziale, la previdenza complementare

 La previdenza complementare infatti, grazie a fondi pensione, è capace di integrare l’assegno pensionistico con un ulteriore rendita. Una corretta pianificazione previdenziale rappresenta quindi la chiave per evitare sorprese al momento del pensionamento, aumentando la sicurezza economica per un futuro sereno.

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