La legge di bilancio 2025 introduce la possibilità di cumulare gli importi della previdenza obbligatoria e di quella complementare
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Dopo tanti anni di lavoro, il desiderio di andare il prima possibile in pensione può essere comprensibile. E se per raggiungere i requisiti minimi previsti dalla legge, i giorni di lavoro mancanti sembrano decisamente troppi, una soluzione può venire dalla previdenza complementare.
La legge di bilancio del 2025 ha introdotto infatti nuove disposizioni in materia di pensioni integrative, offrendo ai lavoratori italiani la possibilità di andare in pensione prima in modo più flessibile e vantaggioso.
La novità principale è proprio la possibilità di cumulare i contributi versati ai fondi pensione integrativi con quelli della previdenza sociale pubblica, per raggiungere la soglia necessaria per accedere alla pensione anticipata. In pratica, a partire da quest'anno, un lavoratore che ha accumulato sufficienti contributi attraverso i fondi pensione può andare in pensione a 64 anni, anche se non ha raggiunto il requisito minimo previsto dalla sola previdenza sociale pubblica.
Per poter usufruire delle disposizioni della legge di bilancio, il lavoratore deve avere almeno 64 anni, 25 anni di contributi (che diventeranno 30 anni dal 2030), appartenere al sistema contributivo puro (in pratica tutti quelli chi lavorano dal 1996) e raggiungere (con il cumulo degli importi maturati con la previdenza pubblica e quella complementare) una pensione pari ad almeno tre volte il trattamento minimo per gli uomini, 2,8 volte per le donne con un figlio e 2,6 volte per le donne con due o più figli.