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Pensione, quando tocca a me?

Ecco come capire quando si hanno (o si avranno) i requisiti per poter lasciare il lavoro

in collaborazione con Arca Fondi
 © Istockphoto

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Una giornata sbagliata, poco tempo da dedicare ai propri interessi o magari la stanchezza dovuta a un periodo in cui si è schiacciati da una mole di lavoro. Sia quello che sia prima o poi la domanda ce la siamo fatta tutti: ma quanto manca alla pensione? Se chiederselo è facile, rispondere può essere leggermente più complesso. Nel corso degli anni si sono infatti susseguite numerose leggi, riforme, eccezioni, ecc. che difatti hanno cambiato più volte le carte in tavola.

Età e contributi

 La data di pensionamento in Italia dipende principalmente da due fattori: l'età anagrafica e gli anni di contributi versati. La legge italiana stabilisce un sistema pensionistico contributivo, cioè un sistema nel quale l'assegno pensionistico è legato ai contributi versati durante la vita lavorativa.

Pensione di vecchiaia

 Nel 2025, l'età pensionabile in Italia si attesta a 67 anni. Quindi tutti coloro che abbiano già compiuto o compiranno i 67 anni nel corso dell’anno e abbiano versato almeno 20 anni di contributi hanno diritto a ricevere l’assegno pensionistico. L’elemento anagrafico potrebbe tuttavia nel corso degli anni subire delle modifiche essendo strettamente legato all’aspettativa di vita.

Pensione anticipata

 La normativa italiana prevede inoltre una serie di opzioni (confermate per l’anno in corso dalla Legge di Bilancio 2025) che permettono una pensione anticipata. I requisiti sono vari e possono essere legati al lavoro svolto, alla condizione sociale, ai contributi versati, ecc. Di base è prevista la possibilità di accedere alla pensione anticipata, indipendentemente dall’età anagrafica, con un’anzianità contributiva di 42 anni e 10 mesi per gli uomini e 41 anni e 10 mesi per le donne.

Per i lavoratori che abbiano iniziato a lavorare a partire dal 1996, quindi con un sistema contributivo puro, invece il pensionamento anticipato è previsto dal compimento del 64esimo anno di età, con 20 anni di contributi (l’assegno pensionistico deve essere almeno tre volte l'assegno sociale ed è previsto un tetto pari a cinque volte il minimo). Una delle novità maggiori introdotte dalla Legge di Bilancio 2025, prevede proprio per questo caso, la possibilità di cumulare i contributi previdenziali e quelli versati al fondo pensione per raggiungere l’importo necessario.

Quota 103

 Quota 103 prevede che con 62 anni di età e 41 anni di contributi si possa accedere alla pensione anticipata, con un calcolo interamente contributivo. Fino al raggiungimento della pensione di vecchiaia (67 anni) l’assegno non potrà superare l’importo pari a quattro volte la pensione minima e non si potranno cumulare redditi da lavoro dipendente o autonomo.

Opzione donna

 Opzione donna prevede la possibilità, riservata alle lavoratrici licenziate o dipendenti di aziende in crisi, caregiver di familiari disabili, o invalide almeno al 74%, di andare in pensione anticipata con 61 anni di età (un anno in meno per ogni figlio, per un massimo di due anni) e almeno 35 anni di contributi.

Ape sociale

 L'Ape sociale è un'indennità, a carico dello Stato, rivolta a particolari categorie di lavoratori per accompagnarli al raggiungimento della pensione di vecchiaia. Ne possono usufruire disoccupati, caregiver di familiari con disabilità, soggetti con invalidità almeno al 74% o persone che svolgono lavori gravosi. In questo caso, si può anticipare il pensionamento nel 2025 se si sono raggiunti i 63 anni e 5 mesi di età e i 30 anni di contributi che salgono a 36 per i lavori gravosi. L’assegno non può superare i 1.500 euro mensili fino al raggiungimento di 67 anni di età.

Al netto di tutti questi strumenti, in ogni caso, una certezza prevale: in un contesto molto sfidante per il sistema di welfare, sarà sempre più importante ricorrere alla previdenza integrativa. Da qui l’importanza di promuovere un’adeguata informazione, come afferma Simone Bini Smaghi, Vice Direttore Generale di Arca Fondi SGR: “La previdenza integrativa rappresenta oggi un pilastro imprescindibile per garantire una stabilità finanziaria solida, in un contesto demografico ed economico sempre più complesso e incerto. La consapevolezza della sua importanza è fondamentale, soprattutto per le giovani generazioni, che devono affrontare un panorama previdenziale in continua evoluzione. Per questo noi di Arca Fondi promuoviamo il progetto Previverso, volto a sensibilizzare il mercato sull’importanza della previdenza complementare, un tema di grande rilevanza sociale, fondamentale per il futuro del nostro Paese”.

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