La normativa italiana rende i fondi pensioni uno degli strumenti finanziari più sicuri del mercato
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Perdere i propri risparmi è uno dei timori più diffusi e che può portare a essere poco propensi a investire. Questo timore si amplia maggiormente quando in ballo ci sono i risparmi destinati agli anni della pensione e rappresenta l’elemento cardine su cui spesso si basa la decisione di non aderire alla previdenza complementare e quindi a un fondo pensione. In realtà in Italia la legislazione sul tema è una delle più tutelative dei sottoscrittori e rende i fondi pensioni uno degli strumenti finanziari più sicuri del mercato.
Partiamo dai controlli: i fondi pensione sono soggetti alla stretta vigilanza di un’apposita commissione, la COVIP (Commissione di Vigilanza sui Fondi Pensione), un'autorità indipendente che ne controlla l'attività e ne garantisce la trasparenza. Il COVIP assicura che i fondi operino nel rispetto delle norme e a tutela dei sottoscrittori.
Inoltre sui fondi pensione vigilano indirettamente anche altri enti, legati ai mercati finanziari: la Banca d'Italia, l'IVASS (Istituto per la Vigilanza sulle Assicurazioni) e la CONSOB (Commissione Nazionale per le Società e la Borsa). Infine, ogni fondo prevede al suo interno dei controlli indipendenti per monitorare l’attività e garantire una corretta gestione.
Per legge in Italia i fondi pensione non possono fallire, come previsto dall'articolo 15, comma 5, del D.Lgs. 252/05. Mentre infatti per un’azienda è prevista la procedura di fallimento che comporta, tra l’altro, la potenziale perdita di tutto il capitale messo a disposizione da un investitore, questo non può accadere per i fondi pensione.
In caso di difficoltà finanziarie, i fondi di investimento sono soggetti a un regime di "amministrazione straordinaria" o "liquidazione coatta amministrativa", che hanno lo scopo di garantire la continuità o la chiusura ordinata delle attività del fondo, senza pregiudicare la posizione dei singoli partecipanti.
L’impossibilità stessa del fondo pensione di fallire è dovuta a un serie di regole che ne garantiscono la stabilità e la sicurezza. Si parte dal principio della “separatezza patrimoniale”: le risorse accumulate dai fondi pensioni (di fatto i soldi versati dai singoli sottoscrittori) sono detenute in un patrimonio separato da quello della società che amministra il fondo stesso. In caso di fallimento o insolvenza della società di gestione, il patrimonio del fondo rimane intatto e a disposizione degli iscritti. I soldi versati da ciascuno sottoscrittore inoltre non sono detenuti direttamente dal fondo pensione ma si trovano nella gestione finanziaria intestata a ciascun aderente.
In caso di difficoltà finanziarie, il fondo pensione può essere posto in amministrazione straordinaria o in liquidazione coatta amministrativa. In entrambi i casi, l'obiettivo è di proteggere i risparmi dei sottoscrittori e garantire la continuità dei servizi.
In caso di amministrazione straordinaria, il fondo continua a operare sotto la supervisione di un commissario straordinario, che ha il compito di risanare la situazione finanziaria e ripristinare la normalità. In caso di liquidazione coatta amministrativa, il fondo viene chiuso e i partecipanti possono trasferire il proprio capitale e la propria anzianità contributiva a un altro fondo pensione.