Primo brand a credere e investire nel settore, oggi la casa automobilistica francese può contare su 10 anni di esperienza. E – tra sfide e nodi da risolvere - delinea lo scenario futuro della mobilità a emissioni zero
© Renault
Per via delle restrizioni sempre più severe sulle emissioni di gas serra e degli obiettivi di decarbonizzazione dell’Unione europea, la mobilità elettrica è stata per molti produttori di auto una scelta obbligata, sia per non deludere la sempre più ampia domanda di auto a emissioni zero sia per rientrare nei parametri. Tra i big dell’auto, però, c’è anche chi nella rivoluzione elettrica ha visto il futuro credendoci prima di tutti gli altri: più di dieci anni fa, in quella che allora era stata indicata come una scelta particolarmente audace, Renault è stata la prima a spingere questo settore, investendo 5 miliardi di euro.
Oggi, a distanza di 10 anni, i 400mila veicoli Renault a zero emissioni diffusi in tutto il mondo hanno percorso un totale di oltre 10 miliardi di “e-chilometri”, e il gruppo prevede di investire nell’auto elettrica altri 10 miliardi di euro nei prossimi 5 anni. Perché adesso che quella “rivoluzione elettrica” iniziata da Renault sta conoscendo un’accelerazione senza precedenti, la casa automobilistica francese è più che decisa a continuare a farne parte grazie all’esperienza acquisita in questo settore e a una visione del futuro che da sempre – soprattutto in quest’ambito – pone il brand un passo avanti. Anche sul mercato italiano, che nel 2021 ha visto una crescita del settore elettrico del 137% in Italia: Renault ha registrato una crescita superiore alla media, conquistando la leadership con 6.692 immatricolazioni (l’auto più venduta è stata la Twingo E-Tech Electric) e una quota del 19,5%.
La Renaultution, una nuova era
Una dinamica di crescita sostenuta dal piano strategico Renaulution e dalla “Nouvelle Vague”, la nuova era in cui è entrata la Marca: un’era che farà del Gruppo Renault il leader della transizione energetica. Tanto che già ora, dopo aver formato in tutti i Paesi oltre 30mila collaboratori sul tema della e-mobility, Renault vanta il 100% della rete preparata e certificata ed è in grado di proporre una gamma di cinque modelli 100% elettrici che sono il punto di riferimento nelle rispettive categorie.
La nuova Mégane E-Tech Electric
A partire dalla nuova Mégane E-Tech Electric, l’auto che racchiude in sé tutti i valori del brand e di quella rivoluzione elettrica che Renault porta avanti ormai da oltre 10 anni. Il primo modello della “generazione 2.0” di veicoli elettrici, realizzato su una nuova piattaforma dell’Alleanza dedicata specificatamente all’elettrico, è un concentrato di prestazioni, performance e sportività, tanto da essere già stato definito la GTI delle elettriche. Progettata e nata e progettata per regalare sensazioni inedite, incarna non solo un DNA ecologico ma anche un design innovativo, equipaggiamenti high-tech, sportività e soprattutto piacere di guida. Piacere che non viene guastato dall’ansia di ricarica: Mégane E-Tech Electric raggiunge infatti fino a 470 km di autonomia, con ha una versatilità di ricarica ai vertici del mercato: in soli 30 minuti è infatti possibile accumulare energia per percorrere fino a 300 km.
Non solo auto: leader nei servizi per la mobilità elettrica
Essere leader nella mobilità elettrica, però, per Renault – che da sempre è riconosciuto come un love brand, un marchio vicino alle persone e alle loro esigenze – significa non solo progettare e costruire auto ma anche, mettendo al centro i bisogni reali delle persone, promuovere la realizzazione di infrastrutture e servizi che attorno a quelle auto permettano di costruire un ecosistema sostenibile: così attorno a Megane E-Tech electric si è evoluto un sistema di servizi a sostegno della transizione energetica, dalle soluzioni integrate per la ricarica privata – come l’app Mobilize charge pass per la ricarica pubblica in oltre 260.000 punti di ricarica in Europa – al Certificato Batteria per poter attestare in qualsiasi momento lo stato di salute della batteria e la sua capacità energetica, per arrivare a una mobilità estesa con un’energy assistance in caso di panne d’energia con il traino ad un punto di ricarica o la ricarica mobile sul posto. E poi la full digital customer journey con la possibilità di segnalare le panne via WhatsApp, il valet per la consegna del veicolo riparato a domicilio, o switch car per prenotare un’auto termica per una maggiore tranquillità nel caso in cui si dovesse compiere un viaggio lungo in zone non coperte da ricarica pubblica.
Il nodo infrastruttura in Italia
Proprio la capillarità dell’infrastruttura di ricarica resta infatti uno dei punti deboli della transizione elettrica, in Europa ma anche e soprattutto nel nostro Paese: oggi in Italia ci sono solo 39 punti di ricarica ogni 100mila abitanti, rispetto ad esempio ai 70 per 100mila abitanti della Germania, un limite che rappresenta uno dei principali freni all’acquisto dei veicoli elettrici. Ma il 2035 (quando sarà vietata la produzione di veicoli a combustione interna) si avvicina velocemente, e il nostro Paese rischia di farsi trovare impreparato: l’Italia può contare attualmente solo su 25mila punti ricarica pubblici, e il PNRR si limita a finanziare poco più di 2.200 punti di ricarica fast in autostrada e nei centri urbani, mentre nel 2030 saranno necessari tra 95.000 e 130.000 punti di ricarica per soddisfare le esigenze del parco circolante di vetture elettrificate esistente a quella data, cioè circa 6 milioni.
La questione rinnovabili
Parallelamente, nei prossimi anni sarà determinante anche poter disporre di tariffe energetiche vantaggiose, che rendano l’auto elettrica una valida e conveniente alternativa rispetto all’auto tradizionale. E sotto questo profilo i rincari delle bollette sono preoccupanti, perché rischiano di compromettere la convenienza di utilizzo di un’auto elettrica sia nella ricarica domestica sia in quella pubblica. La transizione tecnologica dell’auto s’intreccia quindi con un altro passaggio importante e urgente, quello energetico verso lo sviluppo delle rinnovabili, che sarà determinante nello sviluppo della mobilità elettrica sia dal punto di vista ambientale sia per quanto riguarda la riduzione dei costi di ricarica. Ma anche in questo caso, come per l’infrastruttura pubblica, saranno fondamentali gli interventi e gli incentivi governativi.
La visione Renault
In uno scenario futuro, secondo la visione Renault, veicoli elettrici e reti elettriche dovranno dialogare e armonizzarsi, in modo da costruire ecosistemi autonomi: la casa automobilistica francese lo sta già testando in alcune isole (Porto Santo in Portogallo e a Belle Ile en Mer in Francia) e in alcuni territori, veri e propri laboratori autonomi dal punto di vista energetico dove si combinano energia da fonte rinnovabile, storage, smart grid, ma anche servizi di mobilità. E dove l’auto elettrica diventa un tassello di inediti sistemi di intermodalità dei trasporti e di sharing mobility, concepiti per le città e per gli stili di vita e di consumo moderni. “Auto elettriche, servizi connessi, infrastrutture intelligenti, economia circolare, nuovi servizi di mobilità… Quando parliamo di transizione verso l’elettrificazione delle auto – sottolinea Biagio Russo, Marketing Director di Renault Italia - non stiamo solo valutando su quali auto spostarci nel prossimo futuro, ma stiamo parlando dell’opportunità di ridisegnare interamente la nostra mobilità, affinché sia sostenibile, moderna, connessa, tailor-made, coerente certamente con le sfide ambientali che stiamo oggi affrontando, ma anche con le evoluzioni sociali e le opportunità fornite dalla tecnologia. Quella in atto è una sfida epocale, una transizione al tempo stesso tecnologica ed energetica. Se sapremo gestirla con una visione d’insieme integrata, disegneremo una nuova mobilità e nuove città”.