Nato nel 1934, il Consorzio continua a difendere e promuovere il prodotto, salvaguardandone la tipicità e facendolo conoscere nel mondo
© Consorzio Parmigiano Reggiano
È il 27 luglio 1934 quando un gruppo di caseifici sottoscrive l’atto costitutivo del primo Consorzio Interprovinciale Grana Tipico, che cinque anni dopo verrà ribattezzato Consorzio del Parmigiano Reggiano. A distanza di 90 anni, il Consorzio continua a tutelare, difendere e promuovere il prodotto, salvaguardandone la tipicità e facendolo conoscere nel mondo.
“Abbiamo spento 90 candeline, ma ci sentiamo più energici e proiettati al futuro che mai - spiega Nicola Bertinelli, presidente del Consorzio -. Solo negli ultimi tre anni, dal 2020 a oggi, abbiamo affrontato enormi sfide, reagendo alla pandemia e alle incognite legate alle incertezze macroeconomiche causate dal conflitto in Ucraina, quali il caro energia, l’incremento del costo delle materie prime e un’inflazione crescente che ha ridotto il potere d’acquisto delle famiglie. Al contempo, sono stati tre anni in cui il giro d’affari al consumo della Dop ha toccato i 3,05 miliardi di euro e la quota export è salita al 43%. Questi risultati sono merito sia del grande impegno che tutta la filiera sta portando avanti, sia della fedeltà che i consumatori continuano a dimostrare ai valori della nostra Dop: dalla lavorazione del tutto naturale alla cura artigianale, dal rispetto della tradizione al legame indissolubile con il territorio”.
I 90 anni di vita del Consorzio rappresentano e raccontano il lungo viaggio che ha visto prendere forma il progresso delle tecnologie e delle tecniche di lavorazione. Nei primi anni di vita al Consorzio aderivano circa 2mila caseifici che producevano circa 37mila tonnellate di Parmigiano Reggiano. Nel 2023 i caseifici sono 292 (situati nella zona di origine della Dop, che comprende le province di Parma, Reggio Emilia, Modena, Mantova a destra del fiume Po e Bologna a sinistra del fiume Reno), ma hanno prodotto 4,014 milioni di forme, pari a circa 161mila tonnellate. Una produzione che è dunque più che quadruplicata, mantenendo però invariata l’attenzione per la qualità.
Ma nel suo lungo percorso, il Consorzio si è anche fin da subito distinto per la promozione e la diffusione del Parmigiano Reggiano nel mondo. Basti pensare che già nel 1939 prendeva parte all’Esposizione universale di New York. I decenni successivi hanno visto evolversi l’impegno del Consorzio verso i mercati esteri, riuscendo a far diventare il Parmigiano Reggiano un prodotto sempre più internazionale. Le esportazioni sono progressivamente cresciute ed oggi rappresentano il 43% del mercato in oltre 50 Paesi nel mondo.
Il successo e gli obiettivi raggiunti non rappresentano tuttavia un traguardo, ma un tratto di un percorso in costante evoluzione, in cui il Consorzio si pone costantemente a sostegno di produttori e consumatori. “Stiamo attraversando un momento di forte cambiamento - spiega ancora Bertinelli -, in cui si profilano con chiarezza le inevitabili rivoluzioni del futuro: il tema della sostenibilità; la gestione dei costi di produzione in uno scenario di incertezze mondiali; la tutela nella dimensione globale dei mercati e degli accordi di libero scambio; le nuove sensibilità dei consumatori. Questi aspetti, centrali per il futuro della Dop e delle imprese della filiera, si manifesteranno in ambiti che dovranno essere governati o presidiati dal Consorzio, fondato proprio sul principio della potenza dell’azione collettiva rispetto a quella dei singoli”.