Venezia 74: l'arrivo di Alessandro Borghi, "padrino" del Festival
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L'attore parla della nascita del primo figlio da Irene Forti e spiega il motivo del nome
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Alessandro Borghi è diventato papà. L'attore ha raccontato per la prima volta della nascita del primogenito avuto da Irene Forti a distanza di un mese dalla sua venuta al mondo. Il piccolo si chiama Heima, un nome molto particolare che la coppia ha scelto per via del suo bellissimo significato.
Alessandro Borghi e Irene Forti sono una coppia molto riservata rispetto alla loro vita privata. Sui social l'attore romano preferisce condividere solo scatti relativi alla sua professione, concedendo poco spazio alle questioni personali. Le foto con la sua compagna si contano sulle dita di una mano, e anche la nascita di Heima, nonostante sia stata fonte di gioia immensa, ha preferito non condividerla con i follower. Nessuna foto del bambino dunque, la cui nascita per un mese intero è rimasta nascosta.
Che Irene Forti fosse incinta lo si sapeva da dicembre, quando ha accompagnato Alessandro Borghi sul red carpet del film "Le otto montagne". Anche in questo caso nessun annuncio ufficiale, solo il pancione evidenziato dall'abito attillato.
Intervistato da The Hollywood Reporter Italia, Alessandro Borghi non ha potuto fare a meno di parlare di questa bella novità che ha travolto la sua vita. "Sto molto bene, perché è arrivata questa cosa nella nostra vita, che ci fa dormire poco, però ci costringe a farci un sacco di domande a me e Irene", ha detto. "Quando ho visto mio figlio per la prima volta è come se ci fossimo riconosciuti, e come se mi avesse guardato e mi avesse detto 'ah allora sei tu mio padre eh'" ha confidato anche.
Per il loro primogenito, Alessandro Borghi e Irene Forti hanno scelto un nome molto particolare. L'attore ne ha spiegato il significato e il forte valore simbolico: "Si chiama Heima, perché io e Irene abbiamo scoperto di essere appassionati di montagna insieme, e per fortuna, abbiamo condiviso sin da subito questi viaggi al freddo, queste camminate lunghe. E tra questi c'è stato un viaggio in Islanda, la nostra guida era un uomo molto dolce e molto gentile che un giorno ci ha raccontato questa cosa, noi eravamo su una strada dove a sinistra c'era il temporale e a destra il sole, e lui si è girato e ci ha detto che loro usano una parola per dire che si è a casa e allo stesso tempo nel mondo, si dice heima. E io ci ho pensato e la sera tornando a casa ho detto a Irene 'ma sai che è un nome bellissimo da dare ad una persona?'".
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