Intervista choc dell'ex Beatle
"Ho provato l'eroina solo una volta". In una delle interviste più sincere mai rilasciate, Paul McCartney ha parlato delle droghe consumate in gioventù, ammettendo per la prima volta di averne fatto uso. Anche se a sua insaputa. "Qualcuno mi ha passato qualcosa ed io l'ho fumata, solo dopo ho scoperto cos'era", ha detto l'ex Beatle. Con altri stupefacenti, tuttavia, l'esperienza è stata più profonda: "Ho preso cocaina per circa un anno".
McCartney si dice contento di non essersi lasciato prendere la mano e di non essere diventato dipendente. "Non mi attraeva un granchè, ed è stata una fortuna perché non mi sarebbe piaciuto prendere quella strada", ha dichiarato in un'intervista rilasciata al mensile britannico Uncut. Il cantante ammette comunque di essere sempre riuscito a fare in modo che le droghe non rovinassero l'attività della band. "Quasi tutti prendevano droghe in una forma o nell'altra e noi non eravamo diversi, ma comporre era troppo importante per noi per rovinare tutto". Le cose erano cambiate durante la registrazione di "Sergeant Pepper" dove ammette che la band aveva iniziato ad usare droghe in studio. "Ho preso cocaina per circa un anno all'epoca. Quello ed un po' d'erba per controbilanciare", ha raccontato McCartney, dichiarando di aver smesso perché dopo un po' cominciava ad accusare effetti collaterali.
Secondo il musicista, le droghe a volte hanno influenzato le canzoni dei Beatles e molte di esse fanno riferimenti, sottili o meno, alle sostanze stupefacenti. "Una canzone come "Got to get you in my life" si riferisce alla marijuana, anche se la gente non se n'era accorta all'epoca. Nel caso di "Day tripper" e "Lucy in the sky" il riferimento all'acido è ovvio". McCartney ha anche raccontato di quando è stato arrestato in Giappone nel 1980 al Tokyo International Airport dopo che i funzionari avevano trovato marijuana nella sua valigia. "Ero a New York ed avevo tutta quest'erba buonissima. Stavamo per partire per il Giappone e sapevo che lì non ne avrei trovata, allora l'ho presa". Il cantante è pentito della sua decisione e ricorda di essersi spaventato moltissimo. "Il viceconsole britannico mi aveva detto che avrei potuto scontare sette anni di lavori forzati. Ho dovuto aspettare cinque giorni per vedere mia moglie Linda. Era molto duro. C'era solo un materasso sottile sul pavimento, mi dovevo lavare con l'acqua della vaschetta del gabinetto e dividevo il bagno con un uomo in carcere per omicidio", ha detto.
Ventiquattro anni dopo l'esperienza a Tokyo, un gruppo di ragazzini lo ha fermato per strada di recente a Hollywood e gli ha chiesto se voleva andare a fumare erba con loro. McCartney ha detto che la cosa lo ha fatto molto sorridere, ha ammesso di essere stato sempre "molto fortunato" e che tante cose buone gli sono capitate per caso.