TIKTOKER

Elisa Esposito è tornata, la "prof del corsivoe" lancia un nuovo tormentone: "Ecco il maranzivoe"

La tiktoker ha inventato una nuova lingua parlata dai "maranza"

07 Giu 2023 - 14:24
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Elisa Esposito è tornata. La "prof del corsivoe" lancia un nuovo tormentone: "Ecco il maranzivoe". Diventata virale via social grazie all'idea di insegnare il "corsivo", una neo-lingua caricatura della parlata cantilenata delle ragazze milanesi, la tiktoker ventenne si è inventata un nuovo modo di parlare, quello dei "maranza", ragazzi rozzi e volgari, i classici tamarri, molto di moda ultimamente, come ha spiegato lei stessa in un video di presentazione del "maranzivoe".

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Fenomeno social a tutti gli effetti, con i suoi oltre un milione e mezzo di follower su Tik Tok, Elisa Esposito si prepara così a tornare sulla cresta dell'onda... anzi in cattedra, da vera e propria "Prof". Occhiali e registro in mano, nei suoi video social spiegherà come articolare vocali e consonanti per parlare come una vero "maranza", ricalcando le lezioni date lo scorso anno sul "corsivoe".

Classe 2003 e star del web, con il sogno di aprire un centro estetico ("Mi sono diplomata in una scuola per estetisti") in un video Elisa ha spiegato come le sia venuta l'idea di lanciare il "maranzivoe": "Quest’anno i maranza sono andati un sacco di moda. Quindi perché non unire queste due fantastiche lingue, il corsivoe più i maranza? Ovvero il maranzivoe" e ha poi aggiunto qualche regola pratica per imparare questa nuova lingua, la cui intonazione sarebbe simile a quella del "corsivoe" ma con "regole grammaticali ben differenti". Un esempio? "Nel corsivo va messa l’onda sopra la o, mentre nel maranzivoe va messa la barra. Questo perché? Perché i maranza sono delle persone forti e quindi servono delle lettere più chiuse, più forti, più da cattivi. Per quanto riguarda la lettera a, invece, nel corsivoe bastano due puntini e nel marzivoe bisogna mettere una bella riga sopra la a".

Gli hater

  Ma il successo ha anche un lato oscuro ossia l'ondata di insulti online che le sono piombati addosso durante lo scorso anno:  "Le critiche arrivano soprattutto dagli adulti, ma se non mi capiscono è un problema loro, non mio", ha commentato sferzante rivelando anche alcune minacce di morte ricevute.
Di recente poi la tiktoker è stata sommersa dalle critiche, dopo aver detto sul social che "se voi guadagnate, con uno stipendio normale, sui 1.300 euro al mese la colpa è vostra, non mia (ovviamente con tutto il rispetto per quelli che guadagnano quei soldi)". Poi ha aggiunto: "Tante persone mi augurano anche il male, il fallimento. Questo perché vi rode che a 19 anni una ragazza così giovane ha cominciato a guadagnare tutti questi soldi. È la verità, aprite gli occhi. Se adesso guadagno quello che guadagno è solo grazie a me stessa, non ho chiesto aiuto a nessuno. Mi sono costruita letteralmente tutto da sola. Ho fatto una scuola di estetica e diversi stage. Stavo in negozio quasi dieci ore al giorno, non mi pagavano. È stato per poco tempo, ma mi è bastato per capire che non volevo fare quella vita, non volevo essere sfruttata da nessuno. Non pensate che la vita da influencer sia facile come vedete, perché dietro ogni video c'è un lavoro lungo, ci facciamo il c**o anche noi, ovviamente meno rispetto a chi lavora in fabbrica", ha concluso.

Elisa Esposito, la prof di Corsivo è diventata single

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OnlyFans

  Elisa ha aperto un canale anche su OnlyFans. "L'ho fatto per creare un rapporto ancora più stretto con i miei fan", ha dichiarato im un'intervista per FQ Magazine. La fama non sembra dispiacere alla giovanissima che tra i suoi piani futuri ammette esserci già il sogno di partecipare a un reality.

Un libro

  “Da qualche mese do lezioni di corsivo su TikTok. Volevo farne un manuale", ha raccontato Elisa Esposito al “Corriere della Sera”.  Sono sommersa dalle critiche. Ma… Io capisco gli snob, capisco che ci sono scrittori che per tutta la vita tentano di pubblicare e non ce la fanno mai, ma chiunque avrebbe accettato una proposta così”.  La prof di corsivo legge poco e non sa nemmeno quante copie del suo libro sono state stampate, non le importa. 

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