Chiara Ferragni e Fedez hano rimesso la querela
© Tgcom24
I Ferragnez e Fabrizio Corona hanno trovato un accordo e hanno fatto pace. La coppia ha rimesso la querela per diffamazione presentata contro l'ex re dei paparazzi, il quale, in un'intervista sul sito 'Mon Men on Wheels' nel novembre del 2020 li aveva definiti "ebeti". Si chiude, anche se non definitivamente, il processo a carico di Corona e decade anche l'accusa contro il giornalista che aveva pubblicato l'intervista.
Si tratta di un accordo transattivo, di cui però non sono stati resi noti i dettagli e il contenuto, che restano riservati. Si procede quindi per il solo reato di violazione della privacy, del quale Corona, difeso dal legale Ivano Chiesa, è stato accusato dopo avere pubblicato sul suo profilo Instagram, senza oscurare i dati personali, la richiesta di archiviazione avanzata dal pm Francesca Crupi, successivamente non accolta dal gip Sara Cipolla. Tramite imputazione coatta, il fotografo dei vip era quindi finito a processo per diffamazione insieme al giornalista che aveva realizzato l'intervista. Si torna in aula il prossimo 20 novembre per il solo reato di violazione della privacy.
Ad assistere i Ferragnez in aula c'era l'avvocato Gabriele Minniti.
In un’intervista del 2020 a Fabrizio Corona era stato chiesto: “Chi è influente oggi?” e lui aveva risposto: “Fedez e la Ferragni”, etichettandoli però come “ebeti” e aggiungendo commenti sulla loro vita di coppia come quello di aver programmato il sesso del bebè, che Chiara portava in grembo per fini editoriali.
Parole pesanti che gli costarono l’imputazione per diffamazione da parte della coppia. Nel 2022 Fedez aveva nuovamente querelato Corona dopo che quest'ultimo aveva deriso sui social l’ultimo lavoro discografico del rapper, dicendo che la prima querela era stata “archiviata”. Il giudice invece non aveva affatto archiviato la questione spiegando, come aveva riportato il “Corriere della Sera” che “l’abitudine alla volgarità e alla scurrilità non elide il contenuto offensivo delle parole ma anzi lo amplifica" e che, "ridimensionare atteggiamenti come quelli denunciati in grossolane provocazioni proprie del personaggio televisivo, non fa altro che legittimare comportamenti offensivi destinati a moltiplicarsi e a ripetersi”.