La reazione dei duchi di Sussex dopo che Frogmore Cottage è stata lasciata come dimora al principe Andrea
© IPA
Vendetta chiama vendetta. Se re Carlo ha sfrattato, per vendetta, Harry e Meghan da Frogmore Cottage, la tenuta di Windsor donata ai duchi di Sussex per il loro matrimonio dalla defunta regina Elisabetta, la coppia, per vendetta, dichiara: "Non vedrai mai più i tuoi nipotini". E' quanto riportano i tabloid britannici della domenica, secondo i quali l'ex principe sarebbe infuriato perché quella residenza sarebbe l'unica in cui i figli Archie Harrison, 3 anni, e Lilibet Diana, un anno e mezzo, bisnipoti della Regina Elisabetta II, "si potevano ritenere al sicuro".
Al momento non sarebbe arrivata nessuna smentita a queste indiscrezioni di stampa sulla dura reazione di Harry, dopo che la procedura di sfratto da Frogmore Cottage, iniziata l'11 gennaio, all'indomani della pubblicazione della sgradevole autobiografia "Spare" non è stata bloccata. E così, come si legge, dopo avere inutilmente tentato di mettersi in contatto con il padre, Harry, supportato da Meghan, sembra passato al contrattacco.
La casa era stata donata nel 2019, nell'anno di nascita del primogenito Archie Harrison, dalla regina Elisabetta alla coppia che, prima del proprio trasloco, aveva fatto una costosa ristrutturazione della dimora per 2,4 milioni di sterline.
Il principe Harry, poi, in una conversazione con un esperto di dipendenze diffusa online, Gabor Matè, un medico e scrittore ungherese naturalizzato canadese, ha affermato che "si è sempre sentito leggermente diverso" dalla sua famiglia e che la sua defunta madre si sentiva allo stesso modo. Lo riportano diversi media britannici, tra cui la Bbc, precisando che la visione dell'intervista era riservata agli acquirenti del suo libro "Spare".
Parlando della sua sofferenza, davanti a un caminetto in California, Harry ha detto di temere di perdere i ricordi di sua madre Diana e di voler "soffocare" di affetto i suoi figli Archie e Lilibet per evitare loro gli stessi "traumi" o "esperienze negative" da lui vissute.
Il duca di Sussex ha insistito sul fatto di non ritenersi una "vittima" e di non aver voluto cercare simpatie scrivendo il libro, ma che dopo la sua pubblicazione si è sentito "incredibilmente libero". Nella conversazione Harry denuncia il razzismo vissuto da sua moglie Meghan, e descrive il libro come un "atto di servizio" per rompere il tabù sui problemi di salute mentale.
Torna poi sulla questione droghe, difendendo l'uso della "medicina psichedelica", dicendo che lo avrebbe aiutato a "affrontare i traumi e i dolori del passato" e sarebbe stato come una "pulizia del parabrezza". Prendere cocaina "non è stato niente per me" - ha precisato - ma "la marijuana è diversa, in realtà mi ha davvero aiutato".
Nessun accenno, invece, alle recenti rivelazioni reali, come la richiesta a Harry e sua moglie Meghan di lasciare Frogmore Cottage o se abbia o meno l'intenzione di partecipare all'incoronazione di suo padre, re Carlo III, prevista per il 6 maggio.