Moana Pozzi nuda tra gli atleti romani
© Bruno Oliviero
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Scatti esclusivi di Bruno Oliviero prima che Schicchi la lanciasse nell'hardcore
© agenzia
Completamente nuda tra statue di atleti allo Stadio dei Marmi di Roma, Moana Pozzi posava così, il sorriso radioso dei suoi 24 anni, le curve conturbanti e sexy che la resero un mito erotico per eccellenza. Dietro all'obiettivo Bruno Oliviero, fotografo delle dive, che la scoprì guardando una sua foto sul giornale...
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"Era il 1985 e vidi una piccola immagine-francobollo di questa ragazza su un giornale, Moana Pozzi si chiamava, e a quel tempo faceva la conduttrice televisiva per un programma per bambini. Cercai il suo numero di telefono, la chiamai, mi presentai e le offrì di fare un servizio fotografico senza veli per me...". Così racconta Oliviero il suo primo incontro con Moana. La futura pornodiva si rifiutò però. Solo qualche giorno più tardi, dopo essersi informata sulle credenziali del fotografo lo richiamò e accettò.
Ne scaturì un servizio bollente, con scatti d'autore, che rendevano omaggio alla sua splendida e sensuale femminilità. Moana non aveva problemi a spogliarsi, in incognito, sotto pseudonimi sempre diversi, aveva già girato qualche film porno, quindi posò completamente nuda tra le statue rappresentanti le diverse discipline atletiche dello Stadio dei Marmi di Roma. Scatti che oggi ci riportano integra quella sua provocante e trasgressiva bellezza e quella ardita sfrontatezza, che di lei fecero una vera e propria diva.
Da lì a un anno Riccardo Schicchi la chiamò per il primo film porno di serie A, "Fantastica Moana". Il resto è quasi leggenda, fino alla sua morte, inattesa e ancora oggi avvolta nel mistero, il 15 settembre del 1994 a soli 33. Icona della trasgressione Moana resta un mito erotico ancora oggi, e questi scatti di Oliviero le rendono onore ricordandocela in tutta la sua provocante femminilità. Rivoluzionaria del genere porno e sex symbol nazional-popolare, piaceva a uomini e donne, a manager e casalinghe e il suo ricordo resta impresso nella memoria di molti come un pezzo di storia, la storia della nostra Italia, ancora oggi sempre sospesa sul filo di ciò che è lecito e ciò che non lo è, tra finta moralità e provocazione, legge e trasgressione.