Il duca di Sussex insegue la sua battaglia contro gli eccessi della stampa inglese
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Il principe Harry ancora sul banco dei testimoni a Londra. Anche se alla fine ammette di avere poche prove continua la sua battaglia contro gli eccessi dei media inglesi, accusati dal duca di Sussex (e anche da sua moglie Meghan Markle) di sconvolgere la vita delle persone senza una buona ragione. Una mossa coraggiosa di cui si è fatto paladino e che non vuole certo perdere.
Il principe Harry ha ammesso di avere poche prove, ma intanto ha presentato le sue ragioni in aula. Ha accusato il Mirror Group di aver intercettato i messaggi di posta vocale, di aver pagato investigatori privati per raccogliere informazioni su di lui e ha utilizzato i fotografi che hanno usato mezzi illeciti per rintracciare il duca di Sussex o le persone a lui vicine (fidanzate ad esempio). Il cellulare di Harry insomma sarebbe stato violato. I fatti si susseguono durante tutta la vita del principe a partire dall’infanzia fino agli anni scolastici, senza dimenticare le storie sentimentali.
Alle accuse del principe Harry i legali del Mirror Group hanno risposto che le attività “giornalistiche” a cui si fa riferimento risalgono agli anni tra il 1991 e il 2011, ma il limite che si applica alle denunce legali per violazioni della privacy è di 6 anni. Gli avvocati del duca di Sussex rispondono che la società ha nascosto le attività e quindi i querelanti (oltre a Harry, anche Nikki Sanderson e Michael Taylor) non potevano agire prima.
Andrew Green KC, il legale Mirror Group Newspapers, nel secondo giorno in tribunale ha incalzato il principe Harry dicendo: "Presumibilmente sei a conoscenza del fatto che non c'è un singolo elemento di dati di chiamata sul tuo telefono cellulare, in qualsiasi momento, da nessun giornalista del Mirror Group?". Il duca di Sussex ha replicato affermando che il giornale aveva distrutto una grande quantità di prove, anche usando "telefoni usa e getta", per mettere a tacere il suo illecito. E ha accusato il giornale di utilizzare l'attribuzione "fonti di palazzo" per coprire la vera fonte dell'informazione: l'hacking telefonico. Ma secondo il “Daily Mail”, il figlio di Re Carlo, arrivato a Londra lunedì carico e orgoglioso, alla fine della seconda giornata davanti all’Alta Corte appariva stanco e “vicino alle lacrime”. Tra poche settimane il caso sarà chiuso e si vedrà se il principe Harry avrà vinto la sua battaglia contro la stampa inglese.
Il principe Harry ha scelto di condurre una vera e proprio battaglia contro i tabloid inglesi. Diversa invece la reazione degli altri membri della famiglia reale che “assecondano” i media. Kate Middleton, ad esempio, proprio mentre il cognato parlava come teste in tribunale contro la stampa, campeggiava sulla prima pagina di “The Sun” perché appoggia una campagna di beneficenza sponsorizzata dal giornale.
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