La storia incredibile di una regina e di una conchiglia

Il collezionista napoletano: "Quella volta che dissi di no alla regina d'Inghilterra che voleva una mia conchiglia"

Basilio Liverino, davanti a un assegno in bianco per l'oggetto di corallo inciso a mano rifiutò, spiegando che "l'arte si custodisce e non si vende"

03 Ott 2019 - 10:01
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La storia, quasi incredibile, corre ancora di bocca in bocca nelle piazze e nelle botteghe del corallo in Costiera Sorrentina, e precisamente a Torre del Greco, paese di origine di Basilio Liverino, famoso collezionista di opere d'arte e uno dei più importanti esperti del mondo. Il "gran rifiuto", come riporta anche il sito vesuviolive.it, avvenne nel 1982 , quando a Londra fu esposta una conchiglia incisa a mano. Elisabetta II la vide e se ne innamorò, tanto da offrire un assegno in bianco a Liverino, per averla. "Maestà, io sono sempre alla ricerca di opere d'arte - avrebbe risposto senza esitazioni l'orgoglioso torrese - ma l'arte si custodisce e non si vende".

Il pezzo unico sarebbe una straordinaria conchiglia, dipinta a mano dall’artista Giovanni Sabbato e - come scrive vesuviolive.it - ci sarebbero voluti ben 10 anni di lavoro per realizzarla, dal 1873 al 1883, un vero e proprio capolavoro d’incisione. Ma secondo il sito, quello alla regina, non sarebbe l'unico "no" storico di Liverino. Si racconta, infatti, che tra i tanti frequentatori famosi del museo da lui creato ( Cossiga, Andreotti, il Dalai Lama, e tante altre personalità), ci sia stato anche Umberto Agnelli. Ebbene, giurano a Torre del Greco, pure con il fratello dell'Avvocato Gianni, il torrese orgoglioso si rifiutò di vendere un presepe napoletano inciso dai maestri corallai. "Qui si conserva e non si vende nulla" - avrebbe risposto Basilio Liverino, davanti a cotanto portafoglio...

In fondo, quella di Liverino sarebbe la più imponente e grande collezione del mondo. Con capolavori accumulati da cinque generazioni e, forse, anche per questo, davvero senza prezzo. Si parla, per esempio, di un pastorino realizzato nel 1579, e donato dal vicerè di Sicilia in persona a Filippo II re di Spagna. Nel napoletano, il fondatore di questo scrigno di opere uniche sarebbe stato un umile pescatore, 116 anni fa. Un tesoro inestimabile, ai piedi del Vesuvio. E proprio il sito vesuviolive.it specifica che "la ditta" avrebbe stipulato un contratto di assicurazione con una società di elicotteri francese, che nel caso dovesse risvegliarsi il vulcano, porterà via tutto al primo segnale di pericolo. Per ora, il forziere dei Liverino è al sicuro... e chi avesse ambizioni di fare affari d'oro, re, imprenditore, sultano o regina che sia, sappia che davanti a un Liverino non c'è offerta che tenga. 

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