Moda secondo natura

Arriva la scarpa eco-sostenibile

Bella, trendy, comoda e green

06 Feb 2012 - 18:21
 © Dal Web

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Ha tutte le virtù: è bella, modaiola, comoda, ci riconcilia con il tacco 10 e soprattutto è ecologically correct, anche nei confronti della salute del piede. E' naturalmente una calzatura femminile, anzi una vera eco-scarpa, realizzata in Toscana grazie al contributo dei ricercatori dell'Università di Pisa.  

La scarpa perfetta nasce nell'ambito progetto "Eco HT-Shoes", finanziato dalla Regione Toscana con 1,4 milioni di euro e finalizzato alla creazione di un nuovo marchio capace di rilanciare il settore calzaturiero. I materiali in cui è realizzata la calzatura sono stati messi a punto nel dipartimento di Chimica e Chimica industriale dell'ateneo pisano e sono stati trattati con nanotecnologie, per arrivare  a un nuovo brand di calzature, spiega una nota dell'università "caratterizzato da grande adattabilità alla fisiologia e alla postura di chi indossa questa scarpa, dall'elevata resistenza all'invecchiamento, dall'antibattericità e dall'antistaticità utilizzando processi produttivi ecosostenibili''.
Il progetto ha coinvolto anche l'Ars Lab della Scuola Superiore Sant'Anna (per la parte ergonomica) e i Laboratori Archa di Pisa. E' stata individuata una filiera ben strutturata, di cui fanno parte due calzaturifici, un suolificio, un tacchificio e una conceria nel comprensorio del cuoio. Sono poi stati studiati tutti i processi produttivi che hanno portato alla creazione della nuova scarpa. La nuova collezione di queste calzature sarà presentata ufficialmente il prossimo 4 marzo, al Micam 2012 di Milano: comprende scarpe di tutti i modelli: dalla ballerina al sandalo con tacco 12. 
Il team universitario pisano, guidato da Anna Raspolli, si è occupato dello studio di nuove metodologie per il trattamento dei materiali in grado di garantire alta qualità di prodotto e sostenibilità del processo produttivo: ''Abbiamo trattato i materiali - spiega la ricercatrice - con particelle nanostrutturate di rame e argento, preparate attraverso metodologie rigorosamente ecocompatibili. Inoltre abbiamo dovuto studiare l'intera filiera di produzione per mettere a punto materiali, processi tecnologici e sistemi logistici che minimizzino l'impatto con l'ambiente. Insomma, è stata una vera sfida, che ci ha proiettato in un mondo diverso dai nostri abituali ambiti di ricerca, ma che ha permesso di trasferire le nostre competenze direttamente in un settore produttivo bisognoso di rilancio".

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