Società

Violenza domestica, una piaga mondiale

Una tavola rotonda dalla parte delle donne

08 Mar 2012 - 12:44
 © Getty

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La violenza sulle donne è un'epidemia mondiale di proporzioni devastanti: circa 1 donna su 3 nel mondo ne è stata vittima, è stata abusata sessualmente dal partner nel corso della sua vita. A livello mondiale, 1 donna su 5 e 1 uomo su 10 hanno subito violenze sessuali durante l’infanzia (Dati delle Nazioni Unite) Nel nostro Paese sono 13.696 le donne vittime di violenza intra od extra familiare che si sono rivolte nel 2010 ai 56 Centri Antiviolenza/Case delle donne aderenti all'Associazione Nazionale D.i.Re (Donne in Rete contro la violenza) e sottoposti ad indagine statistica. Il 78% di loro sono "nuovi casi", ovvero persone non seguite negli anni precedenti dalle strutture. Nel 71% dei casi sono cittadine italiane, esattamente come chi usa loro violenza, per sfatare ancora una volta lo stereotipo che le vede straniere, migranti, distanti culturalmente e socialmente dagli usi e costumi del nostro Paese. 

Sono i dati presentati nel corso della tavola rotonda "Avon dalla parte delle donne" sul fenomeno delle donne vittime di violenza domestica. Sono dati importanti che fotografano la situazione del fenomeno in Italia e in Lombardia e i progetti sviluppati dalle due associazioni D.i.Re e Cerchi D’acqua sostenuti da Avon, la grande multinazionale di cosmetici che da 126 anni è schierata dalla parte delle donne. Da molto tempo Avon offre un significativo contributo a sostegno delle donne e delle famiglie, attraverso la donazione di oltre 860 milioni di dollari in oltre 50 Paesi per i progetti ritenuti più importanti dalle donne in tutto il mondo. Di questi circa 40 milioni sono investiti a sostegno di Speak Out Against Domestic Violence.
Il pericolo per le donne, più che in vicoli bui e luoghi pubblici, si nasconde soprattutto in luoghi che di solito si considerano sicuri: la stragrande maggioranza dei reati compiuti ai loro danni, come dimostrano i casi di chi si è presentato ai Centri Antiviolenza, vengono commessi fra le mura domestiche da parte di uomini con i quali la donna ha o ha avuto un legame profondo. Nell'84% dei casi si tratta di mariti, partners, fidanzati o ex-partners:   la condizione di "moglie" sembra far aumentare esponenzialmente il rischio di subire violenze.
La moglie o la compagna è guardata e pensata come "proprietà", a disposizione uso e consumo dell'uomo. E si tratta di una proprietà inalienabile: il 20% dei casi seguiti dai Centri Antiviolenza dimostra che la fine della relazione o il divorzio non garantiscono la fine delle violenze. L'allontanamento delle donne da partner possessivi e violenti è una situazione con un grado elevato di complessità, che non garantisce la fine delle violenze, ma richiede una valutazione competente del rischio di recidiva.
Le violenze sono fisiche e/o sessuali nel 57% dei casi, ma si presentano per lo più associate anche ad altre forme di abuso: tra queste un 18% di casi di violenza sessuale (stupri, rapporti sessuali imposti ...). Una quota del 63% denuncia almeno un tipo di violenza psicologica (denigrazioni, umiliazioni, minacce di violenza e/o di morte,isolamento ...) e il 32% almeno un tipo di violenza economica (privazione o controllo del salario, impegni economici e/o legali imposti, abbandono economico, mentre il 13% è vittima di stalking (condotte reiterate caratterizzate da minacce, molestie, atti persecutori). 
In 5 delle 21 Regioni italiane non è presente alcun Centro Antiviolenza (Valle d'Aosta, Piemonte, Umbria, Molise e Basilicata) e in 4 Regioni e in una Provincia Autonoma (Marche, Abruzzo, Puglia, Calabria e Provincia Autonoma di Trento) i Centri Antiviolenza presenti non hanno la possibilità di alloggiare temporaneamente la donna e i figli/e minori.

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